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Veganuary? No grazie!

Con il nuovo anno riparte l’iniziativa Veganuary, il progetto nato nel 2014 da un’idea (malsana e vedremo poi perché)  di Jane Land e Matthew Glover, per poi diventare una vera e propria associazione internazionale con base in Inghilterra. L’idea – che ricalca l’assurdo veganismo consumista e superficiale di Gary Yourofsky – è quella di proporre per il mese di gennaio un’alimentazione a base vegetale quindi adatta alle persone umane vegane (da ciò Veganuary ossia vegan+january, vegan+ gennaio), iscrivendosi al sito web per ricevere informazioni, gli immancabili consigli per gli acquisti e ricette.

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Intervista del Collettivo antispecista Tana Liberi Tutti ad Adriano Fragano sulla nuova edizione del libro “Manifesto Antispecista“.
Buona lettura


Domanda 1. Novità. Innanzitutto ci racconti cosa c’è di nuovo nella nuova edizione del libro e perché hai sentito l’esigenza di aggiornarlo?

Risposta: La nuova edizione del libro è la quindicesima, dunque l’ultima di una lunga serie di edizioni cominciata nel 2007, anno in cui avviai il progetto del Manifesto Antispecista. Ho sentito l’esigenza di pubblicarla perché mi sono reso conto di quanto sia opportuno chiarire ogni singolo concetto proposto, nel tentativo di non lasciare nulla o quasi di inespresso o di sottinteso, dando adito a possibili fraintendimenti. Il progetto del Manifesto Antispecista è sempre stato caratterizzato da un continuo lavoro di limatura del testo alla ricerca della miglior sintesi possibile. Oltre a ciò il libro necessitava di un aggiornamento anche in relazione ad alcuni recenti sviluppi teorici in campo antispecista. Dunque sebbene molte sue parti a prima vista possano sembrare poco cambiate, c’è stata in realtà una riorganizzazione e sistemazione dei contenuti, quindi un cambiamento nella forma improntato ad una maggiore chiarezza espositiva, oltre a diverse modifiche nella sostanza.

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l'Elefantessa Happy

La Corte di Appello dello Stato di New York si è espressa il 14 giugno sul caso dell’Elefantessa Happy sollevato dall’associazione animalista Nonhuman Rights Project che ne chiedeva la liberazione dal serraglio dove è imprigionata da anni e in solitudine nello zoo del Bronx, e lo spostamento in un rifugio per Animali selvatici. La Nonhuman Rights Project aveva chiesto di considerare Happy una “persona giuridica” dunque un individuo con diritti legali e morali tutelati dalla legge degli Stati Uniti d’America. La Corte di Appello ha però deciso che Happy non è una persona giuridica, di conseguenza continuerà a rimanere una proprietà della Wildlife Conservation Society che gestisce lo zoo del Bronx.

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