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Im freien - Hartmut KiewertIntervista di Veganzetta all’artista tedesco Hartmut Kiewert


Quando hai cambiato il tuo punto di vista sugli Animali?
Hai avuto un’esperienza particolare che ti ha spinto a cambiare?

Il mio è stato un processo lungo. Quando avevo circa sette o otto anni, avevo una Cavia e mi chiedevo come mai gli Umani facessero così tanta differenza nel modo di trattare gli Animali “d’affezione” e quelli chiamati “d’allevamento” come Maiali e Mucche.

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Bambina che ama il mondo - Lerri Baldo

Lerri Baldo è un giovane artista trentino. Dipinge da circa dieci anni, spaziando dal paesaggio al ritratto ai quadri di Animali, dallo stile classico a quello post-impressionista, utilizzando sia la tecnica ad olio che quella ad acrilico e servendosi spesso nei suoi paesaggi del metodo a spatola.

Come artista e come persona umana vegana, Lerri si ripropone di sensibilizzare il più possibile il pubblico al tema dei diritti e del rispetto degli Animali, proponendo opere che esprimono la sintonia fra l’Umano e l’Animale e che celebrano la bellezza e la nobiltà di ogni Animale, senza fare distinzioni fra quelli “selvatici”, “domestici” o “da allevamento”. Gli occhi di un vitellino, il musetto di un Maiale, i baffi e le orecchie di un Coniglio sono splendidi soggetti per i suoi quadri e sanno emozionare lo spettatore con la loro diversa umanità.

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Da Manifesto antispecista

Dal remoto 2002 (il testo è tratto dal giornale Contropotere – anno 1, numero 4, settembre 2002) alcune considerazioni sul rapporto anarchia – antispecismo.
A giudicare dallo stato delle cose attuale non si sono fatti molti passi avanti.


Fonte: www.ecn.org/contropotere/press/71.htm

Metodo anarchico ed animalismo

Anarchismo e specismo? Due termini che stridono fra loro: semplicemente, l’uno esclude l’altro. La questione animalista è un problema scomodo da porsi… Troppo ben abituati, troppo viziati dall’opulento mercato-fabbrica delle abitudini per poter di colpo rinunciare all’alimentazione ed altre consuetudini cominciando a considerare gli animali come esseri viventi, coscienti, liberi.. Se come anarchici abbiamo rintracciato nella gerarchia un male e ci rendiamo conto di quanto questa sia presente nel vivere moderno, non tutti hanno ancora individuato la più grande, la più presente delle oppressioni, tanto accettata e giustificata da non suscitare nemmeno l’attenzione dei più.. Stiamo parlando di una forma di discriminazione biologica: non è il razzismo, ma lo specismo. Stiamo parlando di un dominio e di una lotta che può vedere come unico vincitore il soggetto più forte ed avanzato. Animali allevati per diventare servi, animali torturati per la scienza, animali uccisi per vestirci, animali uccisi per sfamarci, animali uccisi per divertirci. Bistecche e latticini, lussuriose pellicce, tortura, vivi-sezione e test clinici, circhi e corride, animali-oggetto nelle case dei ricchi borghesi… In nome di cosa? In nome dell’Uomo. Quando espongo le mie idee a molti compagni che si definiscono ”anarchici”, sostenendo che l’uguaglianza deve essere estesa come principio a tutti gli esseri portatori di libertà, e non solo all’uomo, mi trovo di fronte il più delle volte a giustificazioni infantili, ad attacchi ed accuse senza senso, il più delle volte a risposte tipicamente borghesi..

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Un articolo di Animalstation datato 8 giugno 2012, nel quale si fanno considerazioni interessanti soprattutto ora che la vicenda Green Hill volge al termine.
Buona lettura.


Una riflessione critica sulla campagna contro Green Hill

A fronte del sostegno eccezionalmente unanime e trasversale del mondo animalista italiano alla campagna contro l’allevamento Green Hill, vorrei esprimere alcune considerazioni critiche personali a proposito.

Vorrei tuttavia prima esprimere apertamente il mio sostegno sia ai manifestanti indagati per la liberazione dei cuccioli dall’allevamento [1,2], sia agli attivisti raggiunti da provvedimenti di avviso orale per l’occupazione del tetto di uno dei capanni di Green Hill e l’allucchettamento alle grate degli uffici della stessa azienda [3]: sono azioni coraggiose, guidate da un fine nobile e senza distruzioni improprie. Allo stesso modo, apprezzo la passione e la fermezza degli organizzatori delle varie campagne sorte contro Green Hill, nonché l’ardore di tutti gli attivisti che partecipano e sostengono queste campagne. Ciò nonostante, permangono in me alcune perplessità generali.

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