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“Gatti fuorescenti” è il titolo di un video di Repubblica che riporta la seguente descrizione: “L’esperimento in una università della Corea del Sud: servirà a clonare animali in via di estinzione e ad aiutare la ricerca sulle malattie”.
Gatti fluorescenti, Maiali che si vedono al buio, Mammiferi con geni di Meduse inseriti nel proprio corredo genetico per ottenere la fluorescenza, Animali clonati con la scusa di riuscire in un ipotetico futuro a salvare le specie Animali in via di estinzione.
La notizia potrebbe parere ridicola se non fosse tragicamente vera. Le aberrazioni della scienza ormai pare non abbiano più confini, nemmeno l’immaginazione. Per giustificare i fiumi di denaro pubblico (Telethon impazza in questi giorni su tutte le TV nazionali e non solo), gli “scienziati” sempre più vicini ad assomigliare al Dottor K, si possono sbizzarrire in esperimenti ad effetto come quelli segnalati nell’articolo di Repubblica.
Vorremmo fare a proposito delle piccole considerazioni.


Più volte ci è capitato di affrontare il discorso relativo all’identità dell’animalismo in Italia, e più volte siamo stati costretti a constatare che l’animalismo nel nostro paese nonostante i molti anni di lavoro, di attività e iniziative, non è riuscito ad elevarsi in alcun modo a movimento. I motivi sono numerosi ed in alcuni casi complessi, la ragione di fondo, però, è in estrema sintesi soltanto una: la mancanza assoluta di principi fondanti condivisi. Sebbene infatti l’animalismo come fenomeno sociale sia presente in Italia sin dalla fine degli anni ’70, nonostante le numerose sigle, gruppi, associazioni, collettivi nati, estinti o tutt’ora presenti nel tentativo di perseguire in vario modo la difesa degli interessi degli Animali (ci limitiamo a dare questa descrizione molto sommaria e generica degli scopi a causa dell’eterogeneità della “galassia” animalista in oggetto), l’estrema diversità di posizioni, ovvero la diversità degli scopi finali, delle metodologie, delle strategie, non ha permesso sino ad oggi la trasformazione di un fenomeno sociale in un soggetto sociale coeso e forte. Per contro, la storia dell’animalismo italiano è costellata di screzi, lotte intestine, diatribe e veti incrociati che ne hanno in gran parte neutralizzato la diffusione sul territorio e l’efficacia dell’azione.
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