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cacciatore di spalle con fucile

La psicologa e psicoterapeuta Annamaria Manzoni invia a Veganzetta un suo testo di recente pubblicato sul web che riguarda alcuni aspetti sociali e psicologici dell’oscena pratica della caccia. Buona lettura.


“Il diritto di uccidere un cervo o una mucca è l’unica cosa sulla quale l’intera umanità sia fraternamente concorde, anche nel corso delle guerre più sanguinose”1

La critica alla caccia non si limita oggi a particolari modi o tempi, ma è globale nel senso che ne mette in discussione la stessa essenza, la sua liceità, tanto che alcune associazioni hanno promosso una raccolta firme, grazie a cui verrà portata in senato una Proposta di Legge per la sua abolizione. Abolizione, non limitazione nel tempo e nello spazio, nel rilascio di autorizzazioni o nel numero delle specie cacciabili. Abolizione, perché nulla di ciò che questa attività comporta può essere considerato accettabile. Proprio come nulla di accettabile può essere rintracciato nelle guerre, quelle alle quali ci eravamo illusi, nel mondo occidentale, di avere posto fine: le avevamo in realtà solo spostate un po’ più in là, in tutti quei paesi da cui è stato semplice fare filtrare solo rare informazioni, facilmente stipabili nel grande magazzino del rimosso. Per poi risvegliarci un giorno dal torpore e prendere atto che i governi, il nostro e gli altri, non avevano mai interrotto una smisurata produzione di armi. Perché, oggi si sentenzia, si vis pacem para bellum: ignorando la replica all’antico enunciato, secondo cui, invece, se vuoi la pace è la pace che devi preparare. Elementare Watson.

Animalismo Lettere a Veganzetta


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Un ottimo articolo di Annamaria Manzoni su un importante argomento già trattato in passato su Veganzetta e purtroppo ancora attualissimo al giorno d’oggi: la degradazione del nemico umano per “ridurlo” a semplice Animale (ultimo gradino della nostra scala gerarchica dei senzienti) e in quanto tale poterlo perseguitare, colpire, sterminare senza remore morali. Ancora una volta la discriminazione specista degli Animali ci mostra il suo volto violento e funzionale alla nostra enorme propensione alla devastazione e al dominio, a partire proprio dallo stesso concetto distorto di Animale usato anche nei conflitti umani per insultare o degradare il nemico.

Animalismo Antispecismo


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[…] per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restio ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall’uomo dalla crudeltà degli altri uomini.

Animalismo Antispecismo


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Testo tradotto e liberamente interpretato dall’originale pubblicato su www.humanemyth.org
Traduzione e adattamento a cura di Costanza Troini


Neocarnismo – Neocarnism

E’ il sistema di pensiero caratteristico degli ex attivisti per gli Animali che collaborano con segmenti vari dell’industria che sfrutta questi ultimi, e partecipano allo sviluppo, alla certificazione, al supporto, o alla promozione di prodotti d’origine animale alternativi, “umani”, a volte chiamati “carne felice”. I praticanti del neocarnismo sostengono che queste attività non creano conflitto d’interesse per gli animalisti, nemmeno per quelli che ritengono l’uso e l’uccisione degli Animali moralmente sbagliati. Si rifiutano di consumare quegli stessi prodotti animali che consigliano al pubblico, appellandosi a obiezioni etiche personali. Similmente promuovono pratiche d’allevamento e procedure che essi stessi presumibilmente rifiuterebbero di applicare agli Animali per ragioni morali e di compassione.

Animalismo Antispecismo Vocabolario