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cacciatore di spalle con fucile

La psicologa e psicoterapeuta Annamaria Manzoni invia a Veganzetta un suo testo di recente pubblicato sul web che riguarda alcuni aspetti sociali e psicologici dell’oscena pratica della caccia. Buona lettura.


“Il diritto di uccidere un cervo o una mucca è l’unica cosa sulla quale l’intera umanità sia fraternamente concorde, anche nel corso delle guerre più sanguinose”1

La critica alla caccia non si limita oggi a particolari modi o tempi, ma è globale nel senso che ne mette in discussione la stessa essenza, la sua liceità, tanto che alcune associazioni hanno promosso una raccolta firme, grazie a cui verrà portata in senato una Proposta di Legge per la sua abolizione. Abolizione, non limitazione nel tempo e nello spazio, nel rilascio di autorizzazioni o nel numero delle specie cacciabili. Abolizione, perché nulla di ciò che questa attività comporta può essere considerato accettabile. Proprio come nulla di accettabile può essere rintracciato nelle guerre, quelle alle quali ci eravamo illusi, nel mondo occidentale, di avere posto fine: le avevamo in realtà solo spostate un po’ più in là, in tutti quei paesi da cui è stato semplice fare filtrare solo rare informazioni, facilmente stipabili nel grande magazzino del rimosso. Per poi risvegliarci un giorno dal torpore e prendere atto che i governi, il nostro e gli altri, non avevano mai interrotto una smisurata produzione di armi. Perché, oggi si sentenzia, si vis pacem para bellum: ignorando la replica all’antico enunciato, secondo cui, invece, se vuoi la pace è la pace che devi preparare. Elementare Watson.

Animalismo Lettere a Veganzetta


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Nel suo percorso morale che lo condurrà a rifiutare di cibarsi di carne in nome della giustizia e della compassione che dobbiamo agli Animali, Tolstoj racconta la sua visita al macello della città di Tula (avvenuta nel mese di giugno del 1891). Un resoconto straziante che descrive alla perfezione l’inferno di quel luogo, che va letto e fatto leggere.
Il testo proposto è la traduzione integrale dell’originale a cura del prof. Gino Ditadi che compare nella nuova edizione del libro Contro la caccia e il mangiar carne recentemente pubblicata.


Visita al macello di Tula

Recentemente ho visitato, nella città di Tula1, il macello. Si dice che siano costruiti secondo un nuovo modello perfezionato, come in tutte le grandi città, in modo che gli animali che vengono uccisi soffrano il meno possibile.

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Ogni tanto in mezzo alle migliaia di articoli-spazzatura su ciò che la stampa – e in generale l’opinione pubblica specista – reputa sia il veganismo, si possono trovare delle notizie di un certo interesse, come quelle pubblicate su Il Corriere della Sera (3 novembre 2019) e riportate di seguito. Il veganismo – in Russia in questo caso, ma ovunque in generale – può rivelarsi una visione disarticolante contro una società fatta di repressione e discriminazione. 


San Pietroburgo
Vegani, antisistema, anti-Putin
In Russia la rivoluzione è veg

Nel ventennio del presidente cacciatore e pescatore e della «destra di popolo», rifiutare la carne è un gesto sempre più militante. Le cellule del movimento: ristoranti e caffè.

di Irene Soave

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