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Delfini morto a causa della guerra. Mar Nero - Ucraina

Dodicesima parte dell’articolo Anche gli Animali soffrono la guerra


Superato il centesimo giorno di guerra e i Delfini continuano a morire nel Mar Nero. Naturalmente non sono gli unici Animali vittime della guerra, ma è indicativo il fatto che centinaia di Cetacei siano morti a causa dei sonar militari e dalle mine. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di qualcosa che sapevamo già (fu la morte di 14 Balene avvenuta alle Canarie durante un’esercitazione della marina militare statunitense nel 2003 a spingere gli scienziati a dichiararlo ufficialmente su Nature).

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Delfini soldato usati dalla marina militare russa

Decima parte dell’articolo Anche gli Animali soffrono la guerra


Nei giorni scorsi la notizia che la Russia avrebbe schierato alcuni Delfini “spia” nella guerra contro l’Ucraina è stata confermata anche dalle immagini satellitari. Nel porto di Sebastopoli si notano chiaramente due recinti che, anche in altri Paesi come il Giappone, vengono utilizzati per detenere i Cetacei.

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Pastore Tedesco di fianco a Umano ucciso - Ucraina

Quinta parte dell’articolo Anche gli Animali soffrono la guerra


Purtroppo le notizie che arrivano dall’Ucraina sono sempre più terribili.
Animali non umani e umani vengono falciati come se la vita non contasse nulla, come se uccidere fosse un’azione sensata. Il Feldman Ecopark, una sorta di bioparco situato poco fuori la città di Kharkiv di cui vi ho parlato in precedenza, è stato nuovamente colpito. Era già successo due giorni fa, ma fortunamente i danni erano stati molto limitati. Ieri invece, da quanto si apprende dallo stesso direttore del parco, Vitaly Ilchenko, ben cinque missili hanno colpito la zona di circa 350 ettari.

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Sicuramente molti di voi riconosceranno questo fotogramma. È tratto dal video che nei giorni scorsi ha fatto il giro della Rete. Giovedì 26 aprile, nel mare tra le isole Rolvsøya e Ingøya nel nord della Norvegia, tre pescatori hanno individuato e filmato un giovane Beluga che indossava una strana imbracatura: dopo aver avvisato le autorità e aver ricevuto l’aiuto di un biologo marino, l’Animale è stato liberato e si è infine allontanato. L’operazione, al contrario di quanto alcuni giornali hanno lasciato intendere, semplificando, non è stata immediata. I pescatori infatti hanno prima inviato il i video del Beluga al biologo marino e docente dell’Università di Tromsø, Audun Rikardsen. A sua volta Rikardesn le ha dovute mandate al Fiskeridirektoratet, l’agenzia governativa norvegese che si occupa delle attività che riguardano la pesca e della liberazione dei Mammiferi marini che restano impigliati nelle reti: l’agenzia solo il giorno dopo è riuscita ha mandare il biologo Jørgen Wiig ad aiutare i pescatori. Nel frattempo il Beluga era rimasto ancora vicino al peschereccio.

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