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La possibilità  di nutrirsi dei cadaveri di Animali uccisi (necrofagia) in questo mondo multiforme appare anche come un esercizio della libertà individuale. Ma non lo è. In verità è solo un esercizio di potere e sopraffazione, anzi, nella moderna società  dei consumi, è solo un esercizio di complicità, più o meno consapevole. Dunque neppure chi sulle orme di Nietzsche asserisse che l’essenza della vita è sopraffazione come espressione della volontà  di potenza (e con ciò giustifica la violenza, con buona pace di Nietzsche, in maniera piuttosto superficiale) potrebbe dare tale importanza alla necrofagia consumistica che è solo complicità  e sottomissione ad un modello imposto. Paradossalmente l’esistenza di persone vegane pare giustificare tale ipotetica libertà  individuale: “come voi siete liberi di non mangiare “carne”, così noi dobbiamo essere liberi di mangiare “carne””.

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La nostra attuale società  ha fatto della classificazione uno degli strumenti principali nella riformulazione della realtà  percepita. Molto spesso la finalità  di tale organizzazione delle cose e dei concetti risponde alle necessità  dell’industria, del mercato, della comunicazione o… dell’occultamento della realtà. Non che vi sia una volontaria cospirazione in questo senso, ma pare che vi sia una sorta di meccanismo, di collegamento, tra necessità  pratiche e modificazione della percezione della realtà. Ad esempio il termine “bistecca” che per molti richiama visioni di succulenti banchetti, cela però la sua origine violenta, non corrisponde nell’immaginario popolare alla realtà , ma ne crea un’altra fittizia ed alternativa (solo di natura gastronomica), etimologicamente sarebbe più corretto dire: “fetta di carne di bove” come recita la radice etimologica beefsteak, o meglio “parte del cadavere di una Mucca sgozzata appositamente”.

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Tra i balocchi più amati ancora oggi dai più piccoli indubbiamente gli Animali di peluche spiccano per popolarità ; ogni cucciolo di Umano ha desiderato possedere un cagnolino, un gattino, un orsetto o un maialino di morbido peluche da accarezzare, con cui parlare, giocare e con cui condividere gioie e paure, l’immagine del bimbo che si addormenta sereno nel lettino abbracciato al suo fido ed inseparabile peluche è ormai un’icona della società contemporanea.

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