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angelo
Fonte: http://annamariamanzoni.blogspot.it/2016/11/il-cane-angelo-randagio-di-calabria.html 


Angelo è il nome dato al cane di Sangineto, provincia di Cosenza, massacrato per gioco da quattro balordi, anzi no, molto peggio:  da quattro ragazzi normali. Nome, quello di Angelo, che riporta ad una contaminazione distrattamente trascurata: quella di un essere umano che è però dotato di parti squisitamente animali, le ali, che, lungi dallo sminuirlo, gli attribuiscono un’essenza soprannaturale, che va oltre l’umano per collegarsi direttamente con il trascendente. Essere che racchiude in sé in modo ben visibile quella animalità, che siamo portati a dimenticare, a disconoscere e a misconoscere: e il cane Angelo, che scodinzolava a quelli che lo bastonavano e non reagiva mentre lo stavano ammazzando a badilate, ma li guardava, indifeso e mite fino all’ultimo respiro, davvero sembra testimoniare di un’essenza tanto più grande della nostra, incomprensibile a chi si limita a ragionare sul registro di azioni e speculari reazioni: azioni che, quando sono violente, generano reazioni che lo sono altrettanto.

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Chatuchak Market - Thailand - Jo-Anne McArthurIl recente dibattito sull’opportunità di aprire un nuovo acquario, questa volta a Cagliari, ipotesi per ora osteggiata, ma non del tutto accantonata, nonché i lavori in corso per quello megagaattico nella zona Eur di Roma sono l’occasione per alcune riflessioni sugli acquari e i loro inquilini, acquari presenti in gran numero sul territorio nazionale: dal più antico, che è quello di Napoli, al più celebrato, quello di Genova, inaugurato nel 1992 con la benedizione architettonica di Renzo Piano, e divenuto  indiscusso polo d’attrazione della città, meta turistica, occasione di gite, soprattutto scolastiche, ma non solo. 

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“Cinturini” li chiamano i lavoratori e i dirigenti che si occupano dell’uccisione dei Coccodrilli: “cinturini” perché in loro è questo che vedono: il prodotto della loro trasformazione in oggetti di consumo, tanto pregiati quanto inutili. Niente di nuovo sotto il sole: agli Animali, quale che sia la specie di appartenenza, viene negata la natura di esseri viventi, senzienti, sofferenti, belli e speciali come ogni Animale è. Il processo di reificazione comincia subito, molto prima che siano uccisi perché è proprio questo il modo per procedere con noncuranza alla loro eliminazione: non bisogna vedere quello che sono, ma quello che, grazie a noi, diventeranno.

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Che siano le donne molto più degli uomini a preoccuparsi delle sofferenze degli altri Animali non è solo un luogo comune, perché vi sono molte argomentazioni a supporto di questa asserzione.
Si può cominciare dal fatto che il 70% delle persone vegetariane (quelle vegane sono conteggiate nel numero) secondo stime generalmente accreditate per quanto inevitabilmente imprecise, sarebbero donne: bisogna considerare che si tratta di una scelta fatta sulla base di considerazioni di tipo etico, volta ad astenersi da qualsivoglia violenza anche indiretta contro gli Animali; chi infatti si muove sulla scorta di motivazioni ecologiche o salutiste arriva al più ad una riduzione del consumo di carne, non alla sua abolizione, tanto meno all’eliminazione di tutti i prodotti di origine animale, che abbisogna di motivazioni ben più forti.

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