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Chiunque abbia mai sentito seppur lontanamente parlare di veganismo (e non veganesimo come qualcuno si ostina a chiamarlo facendolo pericolosamente somigliare a una religione), lo definirebbe come uno stile di vita che non prevede l’uso di prodotti di origine animale.
Anche molti vegani utilizzano tale definizione e questo, a nostro parere, sta diventando un problema serio, perché rappresenta un errore concettuale di rilevante importanza.
Volendo prestar fede a quanto si asserisce su Wikipedia (ma molte altre fonti forniscono definizioni simili1, lo stile di vita è «un concetto psicologico relativo alla personalità individuale umana, ideato da Alfred Adler, medico e psicologo austriaco che ha dato origine a un ramo della psicologia definito Psicologia Individuale Adleriana»2.

Da molto tempo ormai la Destra italiana sta sviluppando iniziative in merito alla protezione degli Animali. Tali atti hanno una natura propagandistica anche se talvolta possono trovare un sincero albergo in qualche cuore. Comunque è nella logica delle cose che non si sostanzino in risultati benché minimi. Infatti, le normative protezioniste di questo Paese nascono raramente, con difficoltà , spesso distorte e, quando alla fine vengono partorite, sono perfettamente ignorate nell’applicazione se non addirittura snaturate. Non è un caso che la legge 281/91, acclamata come la più avanzata in Europa, si sia poi spesso trasformata in sistema per consentire affari a vantaggio di persone poco raccomandabili.
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