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Alcune parole hanno un significato più complesso di quello che può sembrare a prima vista. Secondo Roland Barthes, ad esempio, si devono considerare due livelli per creare il significato: quello denotativo che è il livello di base, descrittivo e costituisce il significato reale di un termine, e quello connotativo, costituito dai significati associati, che collega il termine a campi diversi della nostra cultura, rimanda cioè ad atteggiamenti o informazioni particolari. In pratica, nel linguaggio comune a ogni parola può essere attribuito sia un significato denotativo, sia uno o più significati connotativi.
Un artificio retorico usato nel mondo animalista per dimostrare il condizionamento profondamente antropocentrico imposto dalla nostra cultura consiste nel dire a un nostro interlocutore “tu sei un Animale”. La sua reazione (spesso si sente offeso) consente di dimostrargli come il significato spregiativo assunto dal termine Animale (livello connotativo) non sia altro che il frutto di un modo di pensarci del tutto innaturale, costruito (e pertanto culturale), che induce a considerarci in modo completamente separato rispetto alle altre individualità che appartengono al regno animale, cui in realtà apparteniamo. L’aspetto descrittivo, ossia il livello denotativo di quella frase, neutro di per sé, non passa semplicemente in secondo piano, ma viene celato dalla nostra cultura, e può essere recuperato solo grazie allo sforzo di un ragionamento ulteriore.

Secondo qualche pericoloso incosciente che alberga tra le pieghe del monoteismo, la Terra potrebbe mantenere addirittura 40 miliardi di persone. Il ragionamento, pervaso da allucinazioni, è variamente elaborato, ma nella sostanza confluisce in un presunto detto evangelico secondo cui Dio non potrebbe non aver cura delle sue creature. Non si capisce allora perché debba essere posto un limite alla provvidenza di Dio. Perché soltanto 40 miliardi? Più o meno dalle stesse lande giunge un docente di Etica della finanza all’Università Cattolica di Milano e presidente dell’Istituto per le Opere di Religione, Ettore Gotti Tedeschi. Questo specialista di cose economiche sostiene che il problema della scarsità di cibo, è un falso problema che si risolve combattendo la speculazione sulle materie prime, la cattiva distribuzione della ricchezza e, soprattutto favorendo l’uscita dalla stagnazione demografica in cui è piombato l’Occidente. 


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