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locandina-ME-17-dicembre-2014
Un appuntamento a Torino. Mercoledì 17 dicembre 2014 presso il Circolo Arci Bazura, in via Belfiore 1bis a Torino:


EDITORIA/ARTE E ANTISPECISMO: “L’antispecismo nei libri e nelle canzoni”.

Presentazione del libro “Fuoco sulla collina: piccolo viaggio nei mondi di Ivan Graziani”
di Yuri Bautta.
Illustrazioni di Adriano Fragano.

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cartellone_chi_mangi_oggi_ca

Verso la fine del febbraio 2013 Associazione D’Idee Onlus fa affiggere un cartellone di sei metri per tre in una zona di ampio passaggio a Grosseto. Il cartellone è la gigantografia della pubblicità antispecista “CHI mangi oggi?” realizzata da Campagne per gli animali. Dopo i primi lanci di agenzia di stampa si scatena una reazione mediatica sui giornali di tutta Italia che non ha precedenti nella storia della comunicazione animalista e antispecista nel nostro paese: centinaia di articoli su tutte le maggiori testate giornalistiche italiane, alcuni anche tradotti in inglese e francese.

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Comunicato Stampa: “Chi mangi oggi?” e il comune senso del disgusto

28 febbraio 2013

In relazione al commento da parte della Confederazione Italiana Agricoltori di Cuneo pubblicato sul quotidiano online “Targatocn.it” (www.targatocn.it/2013/02/23/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/chi-mangi-oggi-una-fettina-di-manzi-o-un-bambino-campagna-del-vegani.html) sull’affissione di mega-cartelloni della pubblicità “Chi mangi oggi?” a Torino, rispondiamo pubblicamente.

I mega-cartelloni affissi per le vie di Pordenone, di Torino e da oggi anche di Grosseto, hanno sortito l’effetto desiderato, ossia far riflettere e discutere le persone.

Il nostro intento come ideatori della pubblicità “Chi mangi oggi?” era esattamente questo. Riteniamo interessante dal punto di vista antropologico evidenziare che la fotografia di un bambolotto rappresentante le fattezze di un bambino umano smembrato e impacchettato, suscita generalmente indignazione e disgusto, mentre le continue e quotidiane pubblicità raffiguranti i corpi degli animali non umani smembrati e impacchettati in varie modalità non provocano lo stesso disgusto, anzi al contrario paiono universalmente accettate. La cultura della nostra società antropocentrica ci abitua alla visione di violenze e crudeltà nei confronti di esseri senzienti che vengono schiavizzati, torturati e uccisi con il benestare del comune sentire, solo perché non appartenenti della nostra specie. 

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