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In un mio precedente articolo avevo fatto riferimento brevemente ai limiti di cui soffre un’impostazione dell’antispecismo in termini di filosofia morale. Su questo passo la redazione aveva espresso il suo dissenso. Proverò ora a sviluppare questo tema e motivare meglio quella affermazione.
Il centro del discorso è costituito dalla grossa differenza fra ciò che Marco Maurizi in un suo scritto di qualche anno fa chiamava antispecismo metafisico e l’antispecismo storico. L’antispecismo morale-metafisico, nel credere che l’evoluzione del pensiero determini i fatti della Storia, presuppone che l’Umano sia un Animale morale. Ma non è così: l’Umano al più è, come tutti gli Animali sociali, un Animale culturale, dove il suo essere tale si concretizza nel formulare modelli di cultura. Visioni del mondo che hanno lo scopo di giustificare a posteriori il suo agire. Lo specismo è il più evidente e attualmente generalizzato di questi modelli. Questa è la visione in cui si colloca l’antispecismo storico.

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WITTR

Intervista raccolta il 17/06/2009 in occasione di un concerto dei WITTR a Padova.


Wolves in The Throne Room: canti di rabbia dalla Terra

I Wolves in The Throne Room sono un gruppo musicale degli USA che suona un black metal molto particolare, a tratti ipnotico e rituale, fortemente ispirato alla natura: l’idea della band nasce a un raduno di Earth First1, con il proposito di fondere una consapevolezza eco-spirtuale con la forza dirompente dell’atteggiamento antisociale del primo black metal.
Lo scopo era quello di creare con questa musica uno spazio mitico dove artista e ascoltatore potessero lasciare da parte la mondanità  e rivelare così una coscienza più antica e trascendentale. Le forze misteriose e selvagge della natura sarebbero state incanalate in forma sonora.

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Never doubt that a small group of thoughtful, committed people can change the world. Indeed, it is the only thing that ever has” (non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In effetti, è la sola cosa che è sempre avvenuta).

Si è conclusa così, con una citazione della celebre antropologa americana Margaret Mead, la Lectio Magistralis – “Come vedo il futuro dei diritti animali” – tenuta dal Professor Tom Regan alla “Casa della Cultura” di Milano, ultima tappa del tour di presentazione della nuova edizione del suo libro “Gabbie Vuote – La sfida dei diritti animali”, giunto nel nostro Paese (primo al mondo) alla sua prima ristampa.
A margine della stessa, la Redazione ha avuto la possibilità  di porre al celebre filosofo americano alcune domande. Quella che segue è la traduzione dell’intervista rilasciataci.

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Terza parte dell’articolo “a puntate” La lontananza uccide? Diritti animali e compassione di Filippo Trasatti. Buona lettura (leggi parte 1 e parte 2).


Il dispositivo del diritto

Quel che avviene è che il diritto, sulla base di spinte sociali, di mutamenti di paradigma, di ripartizione di interessi e rapporti di potere, attraverso alcune operazioni soggettivizza e oggettivizza alcuni enti del mondo.
Il diritto, nel senso moderno, si fonda sul potere sotto un duplice aspetto:

1) il potere dell’individuo su se stesso (libertà) e sul suo ambiente (il diritto soggettivo) jus
2) il potere (divino o umano che sia ) di produrre regole che vincolano, che sono dei comandi (diritto
oggettivo) lex

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