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antropocentrismo

Riceviamo da un lettore e pubblichiamo con replica.


Salve,
mi chiamo Alessandro, sono stato al Veggie Pride e al Veganch’io dove ho trovato la Veganzetta (primavera 2011).
Vorrei commentare un passo che mi ha sorpreso parecchio, in quanto mi sembra una generalizzazione, e mi riferisco all’articolo nella prima pagina a cura di Adriano Fragano. Limitarsi a dire che è meglio non avviare nessuna collaborazione con alcuni elementi cardine dell’antropocentrismo tra i quali in primo luogo la religione è quanto meno fuorviante rispetto alla verità storica che vede per secoli (ben prima delle attuali associazione vegetariane o vegane) la presenza di gruppi religiosi che hanno seguito questo tipo di vita/alimentazione.
In Calabria ho scoperto che secoli fa c’erano i monaci basiliani che erano proprio vegani, per non parlare della tradizione indiana dove, grazie allo yoga o alla religione, l’essere vegetariani viene visto almeno come una cosa normale da tanti anni. La pratica della non violenza, in sanscrito ahimsa, è tra l’altro ad un livello molto più elevato  di qualunque obiettivo attuale dei vegani, in quanto la violenza andrebbe esclusa non solo dalle proprie azioni ma anche dalle parole e dai pensieri. Spesso invece leggo sui social network dei vegani che sono violentissimi a parole e per quanto mi riguarda è una contraddizione, o in ogni caso non è il modo migliore per portare avanti le proprie giustissime battaglie, che condivido.

Animalismo Antispecismo Lettere a Veganzetta


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E’ più importante dire che “sono vegano” o ha più senso concentrasi sul “io non voglio causare la morte di altri Animali con le mie azioni e voglio far in modo che questo comunque non accada?”. Potrebbe sembrare una sfumatura ma non lo è: è la differenza tra esprimere una propria identità  forte e far conoscere le proprie azioni. E non sempre le due cose coincidono. Possono esservi persone umane che si proclamano in un certo modo (cristiano, vegano, razzista) e fanno discendere da questa identificazione (e identità) il loro comportamento o meglio: ad un certo punto della loro esistenza tendono a dare più importanza all’aspetto identitario che all’agire ed alla riflessione sull’agire, “mi comporto così perché sono così”.

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