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Cavia con ferite da sperimentazione in uno stabulario

La notizia di ciò che è stato riscontrato negli stabulari dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro non ha spopolato sui notiziari televisivi (a parte brevi servizi sulla RAI e TV private) ma ha avuto risalto sulle pagine dei quotidiani cartacei. E questo è, in parte, un buon segno. Se non altro c’è chi si prende la briga di parlare di ciò che, da decenni, l’attivismo animalista di tutto il mondo va dicendo, ossia che la sperimentazione animale è solo un termine edulcorato per indicare la vivisezione. Perché quello che è accaduto per lungo tempo negli stabulari dell’Università di Catanzaro non è altro che vivisezione.

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Fonte: La Stampa

Nepal: basta ai sacrifici per il Gadhimai Festival, salvato mezzo milione di animali

Dal Nepal arrivano ottime notizie per gli animalisti. Il Gadhimai Temple Trust ha sospeso a tempo indeterminato il Gadhimai Festival, il più grande evento di sacrifici animali del mondo che si tiene ogni cinque anni. Muore così una evento che durava da 265 anni e che salverà, per ogni evento, almeno mezzo milione di animali. Secondo la tradizione Bhagwan Chowdhary, il fondatore del Tempio Gadhimai, avrebbe ricevuto in sogno il messaggio della dea Gadhimai che gli avrebbe chiesto un sacrificio umano promettendogli di liberarlo dalla prigionia, di proteggerlo dal male, di donargli prosperità e potere. L’uomo, però, gli offrì un sacrificio animale accontentando comunque la dea e così, ogni cinque anni, la tradizione è stata mantenuta.

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Nel 1979 feci un viaggio in India, Kashmir, Shri Lanka e Nepal. Non era bastato vedere i lebbrosi che bussavano alle finestre del bus con l’aria condizionata – come essere rinchiusi in una bolla di sapone occidentale – e provare la vergogna di aver avuto la fortuna di nascere in un’area del mondo diversa, ma arrivando a Kathmandu la sorpresa fu totale. Mentre esploravo quella città dalla bellezza barbarica, differente da tutte le città che avevo visitato nei miei viaggi, piena di Flower People americani, mi accorsi con sgomento che davanti ai templi erano depositate teste mozzate di Animali. L’orrore fu grande. Non capivo: credevo che le religioni nepalesi fossero il buddismo e l’induismo con una minoranza sparuta di seguaci dell’Islam e mi trovavo davanti a qualcosa di orrido, di impensabile. Rimasi senza parole. E il mio viaggio fu avvelenato da quelle turpi immagini.

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