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Barry Horne (Northampton, 17 marzo 1952 – Worcester, 5 novembre 2001) fu un noto attivista inglese vegano per i diritti degli Animali e per la loro liberazione.
Condannato a scontare ben 18 anni di carcere per le sue attività di liberazionista, morì nell’ospedale di Ronkswood Hospital per complicazioni al fegato in seguito all’ennesimo sciopero della fame il 5 novembre 2001.
Lo ricordiamo con sincera e profonda gratitudine per tutto ciò che ha fatto per gli Animali.
https://it.wikipedia.org/wiki/Barry_Horne
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http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2001/un40/art1916.html
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Da “Umanità Nova” n.40 del 18 novembre 2001
Morto in carcere l’animalista Barry Horne
In memoria di Barry Horne
Ancora una volta “ingiustizia è fatta”: lo sfruttamento e l’oppressione di esseri senzienti può continuare indisturbato.
Mi ero occupato varie volte del caso Barry Horne, militante animalista detenuto nelle carceri inglesi. Come movimento U.N.A. (Uomo-Natura_Animali) avevamo espresso pubblicamente solidarietà alla sua lotta, portata avanti in prima persona con vari scioperi della fame, uno dei quali nel 1998 era durato ben 68 giorni.
Con la sua protesta Barry chiedeva la fine immediata di ogni pratica vivisezionista praticata dall’industria dei cosmetici, così come i laburisti avevano promesso (ma non mantenuto) in campagna elettorale. Chiedeva anche l’istituzione di una “Royal Commission” che affrontasse seriamente ogni aspetto della vivisezione, moderna forma di tortura considerata inaffidabile da un sempre maggiore numero di medici e ricercatori, ma indispensabile per garantire i profitti delle multinazionali.
Era stato condannato a diciotto anni di carcere per azioni dirette in difesa dei diritti degli animali ovunque sottoposti ad incredibili sofferenze: esseri che non possono scrivere appelli per far valere le proprie ragioni o ribellarsi al dominio dell’uomo. Barry Horne era colpevole di un crimine che ha soltanto un nome: compassione, un sentimento ormai inammissibile in un sistema basato sullo sfruttamento e sull’oppressione di esseri umani, di animali e della natura.
Le sue condizioni di salute erano alquanto peggiorate in seguito al lungo sciopero della fame. I danni sugli organi vitali erano stati da subito evidenti. Gli era stata negata la possibilità di un adeguato ricovero ospedaliero e non era stata modificata la sua categoria A, ossia di prigioniero considerato “pericoloso e violento”, anche se un diverso trattamento detentivo avrebbe potuto aiutarlo a migliorare le sua situazione psicofisica.
Nel dicembre di due anni fa c’era stata la possibilità di una revisione della sua situazione carceraria e avevamo intrapreso una campagna di sensibilizzazione in suo favore. Dicevamo allora: “Se la sua categoria di prigioniero non verrà modificata ora se ne riparlerà soltanto fra un anno. Sempre che per allora esista ancora un prigioniero di nome Barry Horne.” In questi giorni il generoso esponente del movimento animalista, un ex spazzino” di 49 anni diventato un simbolo della lotta per i diritti degli animali, è morto in seguito ai danni subiti con gli scioperi della fame (l’ultimo risaliva a quest’anno, come protesta contro gli indiscriminati olocausti per l’epidemia di afta) e per la mancanza di cure e assistenza. Vorrei ricordarlo di fronte all’indifferenza di chi si ostina a non vedere i veri e propri campi di sterminio (laboratori, macelli, allevamenti…) che la “razza padrona” ha costruito e dove i nostri fratelli animali vivono e muoiono nel terrore.
Gianni Sartori
Grazie Gianni per la segnalazione del link e per il testo.
ONORE A BARRY, UN VERO EROE!!!!!!!