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Questo racconto è ispirato a fatti realmente accaduti. In effetti la leggenda della Donna Lunga esiste davvero e in Toscana è abbastanza nota. Ce ne sono numerose versioni; quella che presento in questo racconto è la mia preferita. Naturalmente anche gli incidenti di caccia esistono davvero. In Italia molte persone umane, nel corso dell’anno, perdono la vita nei boschi, lasciando nel dolore intere famiglie. Che senso ha tutto questo? Cosa ci può essere di piacevole nell’uccidere Animali che se ne stanno tranquillamente nel bosco a farsi gli affari loro e contemporaneamente rischiare di essere uccisi da qualche altro cacciatore? Ad ogni modo La Donna Lunga è anche una storia di fantasmi, e in particolar modo del fantasma di Bambi che torna per prendersi la sua vendetta…


La donna lunga

Nel cielo si sente il gracchiare dei corvi. La strada è interrotta. La tua storia sta per cadere. Stai. Per sapere. Cosa si prova
Henry Ginsberg – Battuta di caccia

Luce
Mi sveglio.
Anna ancora dorme. La bacio.
Le preparo la colazione.

Storie


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Francesco Cortonesi ci invia un bel racconto breve dal titolo “Il Capriolo”. Buona lettura.


Questo breve racconto è stato selezionato per essere pubblicato nell’antologia Orrore al Sole 2016. A farmelo venire in mente è stata questa fotografia di George Shiras scattata nel 1889. Guardandola ho pensato che se mai un giorno un dio ipotetico degli Animali dovesse decidere di venire sulla Terra prenderebbe probabilmente le forme di un Capriolo che ci guarda dai margini del bosco. Un dio che poi avrebbe tanti buoni motivi per spingerci a fare quello che stanno per fare i protagonisti di questa storia…

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lontanodallapaura

Lontano dalla paura

“…uomo forte e intelligente,
dimmi, che cos’è questa follia?”

Il cinghiale Miguel distese le ali e planò dolcemente, spingendo lo sguardo oltre l’orizzonte di dune rosse infuocate del deserto di Sahara; il vento tra le grandi penne gli diede un brivido di sabbia rovente. Miguel in quel momento si sentì, lui stesso, deserto di Sahara. Un istante dopo era diventato una distesa infinita di colline color del tramonto. Mosse con voluttà un’immensa duna scoprendo alla luce il letto di un fiume dimenticato; gli parve allora di conoscere intimamente ogni proprio granello di sabbia. Non era mai stato, prima, un deserto africano e la novità lo fece sorridere di gioia.
Sotto il sole del pomeriggio avanzato avvertì il formicolio di passi leggeri: prima che scendesse la notte, un geco del deserto correva sul deserto-Miguel, con due zampe alla volta, verso la tana. Il cinghiale Miguel decise allora di diventare quel geco e subito cominciò a zampettare sulle dita palmate, tra gli sbuffi di sabbia. Camminando senza meta verso il sole calante, il geco-Miguel si accorse che un tramonto non gli era mai parso bello come quello che si accendeva davanti a lui, appena sopra le dune.
Desiderare di essere il sole e diventarlo fu questione di un momento.  

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