Sull’approccio alla tragedia degli Animali


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Pesce morto sulla spiaggia

Come possiamo non provare empatia, compassione, come possiamo non emozionarci, non indignarci di fronte alla spaventosa tragedia degli Animali?
Non potremmo farlo nemmeno di fronte alle tante tragedie umane, che sebbene a noi più vicine, a ben vedere sono poca cosa rispetto all’infinita sofferenza dei non umani… Eppure ormai accade sempre più, in particolar modo nel primo caso: empatia, compassione e sentimenti verso gli Animali vengono disconosciuti, dileggiati e rimpiazzati con elaborazioni teoriche e posizionamenti politici.

L’approccio razionale, teorico, politico alla tragedia animale (così come per tutte le altre tragedie) è certamente fondamentale per combatterla, ma è anche il naturale sbocco – la conseguenza – di esigenze personali, intime, primarie, se vogliamo anche istintive. Senza queste ultime ogni approccio razionale non avrebbe senso e non condurrebbe a nulla, se non alla pura accademia e all’autoreferenzialità. Per contro senza un approccio razionale, lucido, le nostre esigenze personali e primarie si ridurrebbero a immobilismo e inutile disperazione.
Chi si schiera in favore di uno di questi due approcci prendendo le distanze dall’altro (se non addirittura disprezzandolo), inevitabilmente sbaglia e non aiuta la liberazione animale.

Adriano Fragano

2 Commenti
  1. Costanza ha scritto:

    Non riesco più a indignarmi di fronte alle tragedie umane. Non le sento più vicine. Anzi, l’infinita sofferenza animale è tanto più visibile dappertutto. È fonte di profitto. E a volte di dileggio.
    E comunque per le tragedie umane c’è sempre una fine, c’è sempre qualcuno che si ribella, c’è sempre un senso di solidarietà più o meno diffuso.
    Questo di non considerare le disgrazie che capitano agli umani, sta diventando un mio difetto profondo. Forse un difetto. Onestamente non saprei.
    Ho apprezzato molto questa riflessione che mi invita a centrare il problema, a non farmi prendere fal livore: non serve, non aiuta gli animali.

    25 Gennaio, 2022
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  2. Veganzetta ha scritto:

    Grazie Costanza per il tuo commento.
    Forse una famosa frase di Anna Maria Ortese potrebbe essere utile:

    E l’uomo senza compassione è nulla, è un fenomeno fisico che potrebbe cessare di essere, e non cesserebbe nulla. Nulla ha valore, in tutta la vita dell’uomo sulla terra, nemmeno l’immensa arte e le religioni – nulla, se non questo sentire compassione e desiderio di soccorrere un altro – chiunque altro, chiunque sia vivo o dolente.

    Anna Maria Ortese, Le Piccole Persone, Piccola biblioteca Adelphi, 2016

    26 Gennaio, 2022
    Rispondi

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