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Morrissey (ex cantante degli Smiths) è in tour in Italia. Da moltissimi anni è una persona vegana etica, e porta avanti i suoi principi con convinzione e tenacia, sfruttando anche la sua notorietà per fare attivismo e propaganda. Il cartello che apre questo articolo è stato esposto ai concerti che sta tenendo attualmente nel nostro Paese.
Morrissey con la sua “meat free zone” ha creato una zona temporaneamente liberata dalla crudeltà, un’area fisica che esiste solo nello spazio temporale del suo concerto, poi svanisce, ma in quel breve lasso di tempo chi “abita” questa zona (che è una nonzona, ma ha un’importanza fondamentale) si astiene volontariamente dal consumo di Animali (perché lo ritiene giusto, o perché vuole vedere il concerto), e non contribuisce alla loro sofferenza e uccisione. Questo esperimento, reso possibile solo dalla fama del suo inventore, è una prova pratica che volendo si può fare controinformazione efficacemente coniugando coerenza e fantasia, che è possibile all’interno di un tessuto sociale specista, discriminatorio e violento, creare una zona dove tutto ciò non esiste, un breve lasso di tempo durante il quale forse qualcuno farà “la connessione”.
Un’iniziativa lodevole e forte, che deve avere tutto il nostro appoggio. Anche altri personaggi famosi (come Paul McCartney) adottano convintamente strategie per la divulgazione del veganismo etico, ma la determinazione di Morrissey è inimitabile.
Beatrice Montini autrice dell’articolo evidenzia però due elementi che non dovrebbero par parte delle nostre argomentazioni:
1) Parla di diritti di vegetariani e vegani (tra l’altro il vegetarismo in questo contesto non c’entra nulla), ma si tratta di un’argomentazione sbagliata: non devono interessare i nostri diritti di vegan consumatori o di cittadini, ma i diritti di chi viene sfruttato, ammazzato e ridotto in pezzi. Sono i diritti fondamentali di questi esseri senzienti, gli Animali non umani, che devono essere rispettati. La “meat free zone” è stata creata per gli Animali, non per noi.
2) L’idea che tornando a casa si possa trovare nel frigo ciò che si vuole (o chi), è una legittimazione del presunto diritto individuale del più forte di scegliere la propria alimentazione. Se tale diritto ora è esigibile da tutte/i coloro che fanno parte della nostra società (almeno quella industrializzata) dominatrice, non significa che sia giusto e che debba essere avallato. Come persone vegane etiche non accettiamo il diritto del più forte di fare ciò che crede del più debole: cibarsi di altri esseri senzienti non è un diritto, è una vergogna. Si spera che almeno in una rubrica che si chiama “Veggoanchio” si possa leggere qualcosa di diverso dalla solita retorica del: “ciascuno è libero di fare ciò che vuole”, perché questa nostra libertà significa lo strazio di miliardi di Animali.
Fonte: Corriere della Sera
17 OTTOBRE 2014 | di Beatrice Montini | @colpodisole
“Meat is murder” (la carne è un omicidio), canta dall’ormai lontano 1985 Morrissey. Da allora il testo scritto dall’ex leader degli Smiths è diventato una sorta di inno, di manifesto, per vegetariani e vegani di tutto il mondo che credono che sia possibile un mondo senza “carne”. Senza la sofferenza di miliardi di animali che ogni anno vengono uccisi per finire sulle nostre tavole. Non meraviglia, dunque, che lo stesso Morrissey (vegetariano da quando aveva 11 anni) chieda una cosiddetta “meat free zone” nei suoi live.
Sono d’accordo con le argomentazioni sollevate da Veganzetta. Anch’io sono stata infastidita dalla stonatura dell’articolo ma non mi sono stupita perché ogni tanto leggo Veggoanchio e ho notato che si parla spesso di cucina vegan. Fagliela capire che il veganismo non è una dieta…
Comunque vale la pena soffermarsi sulla vicenda di Morrissey che è fortissimo. Ho letto che non fa entrare in casa sua chi mangia gli animali: una vera meat free zone! Sarà pure un personaggio eccessivo ma a me piace molto perché è coerente con la sua canzone: la carne è un assassinio e poco importa se lo si commette o se si è i mandanti. E lui non vuole trovarsi né gli uni né gli altri in casa. La sua canzone è da sempre un manifesto. Quei muggiti sono un pugno nello stomaco. Bella la versione live proposta.
Con questo articolo non si vuole certo colpevolizzare Beatrice Montini che fa un ottimo lavoro, però è importante sottolineare determinate questioni. Morrissey è un personaggio “scomodo” sotto molti punti di vista, ma la sua coerenza è ammirevole.
Se pensiamo che cosa è Il Corriere della Sera, Veggoanchio è certamente una luce nelle tenebre. Non solo Beatrice Montini ma Alessandro Sala e Valentina Ravizza fanno un gran bel lavoro.
Morrissey è scomodo come Veganzetta. Ed è coerente come Veganzetta.
Grazie Paola ma ormai si è capito che tu non sei obiettiva :=D
Però sono sincera…
“Però sono sincera…”
Questo è sicuro!