Carl Clauberg


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Fonte: Nemesi Animale

Carl Clauberg“Il quadro complessivo della personalità di Clauberg che emerge dalla sua attività di sperimentatore ad Auschwitz è la convinzione autoassolutoria, condivisa da altri medici nazisti, che egli ebbe di operare come scienziato secondo i fini della medicina per il bene di molti, per l’interesse dello Stato, sacrificando non alcuni esseri umani, comunque destinati a morire nelle camere a gas, ma semplici strumenti per il progresso scientifico”

Queste parole si riferiscono a Carl Clauberg, stimato ginecologo che torturò, seviziò e infine uccise un numero inquantificabile di persone nel campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Le sue ricerca sull’infertilità portarono alla sviluppo di farmaci utilizzati ancora oggi e di tecniche che, a distanza di 70 anni sono ancora attualissime (come il comunissimo test di Clauberg, appunto).

Decontestualizzando quanto scritto sopra (cancellando semplicemente “ad Auschwitz”, “nazisti” e sostituendo “umani” con “animali”) diventa davvero difficile distinguerlo da una descrizione di un odierno sperimentatore “in vivo”.
Non vogliamo necessariamente paragonare i medici nazifascisti che operarono esperimenti sui detenuti nei campi di concentramento, con i moderni ricercatori che operano esperimenti sugli animali detenuti nei centri di ricerca.

Vogliamo soltanto mettere in luce come il sonno della ragione possa generare dei mostri.

Molti medici, una manciata di anni fa, hanno trovato etico sperimentare su individui considerati inferiori per il bene di altri individui arbitrariamente categorizzati come superiori.

La stessa arbitrarietà specista oggi genera il mostro della sperimentazione animale.

L’avanzamento delle conoscenze scientifiche non può prescindere da una seria riflessione sul lavoro che viene condotto.

Chi considera la bioetica razionalista come un ostacolo al proprio lavoro implicitamente afferma l’arbitrarietà con la quale tratta chi, da individuo, viene considerato un mero strumento di ricerca.

Nel momento in cui è disvelato il parossismo dei pradigmi specisti che dividono arbitrariamente il mondo in categorie da dominare in virtù di una superiorità solo presunta (e comunque che non legittima alcuna deprivazione e tortura alla quale gli animali sono ogni giorno sottoposti, in ogni ambito umano) il dovere di ogni persona, specialmente di un ricercatore (al quale si concede, se non altro, il beneficio del dubbio nel considerarlo una persona effettivamente interessata alla consapevolezza riguardo il mondo che ci circonda), dovrebbe essere quello di attivarsi per rifiutare indiscriminatamente ogni sopruso.

Nemesi Animale – per la liberazione di ogni essere vivente.

2 Commenti
  1. lunanova antonio ha scritto:

    tutto condivisibile……….. personalmente non farei male a un moscerino, anzi se potessi salvarlo farei di tutto……… per il mio bene non desidero fare del male ad altri, la salvezza di un mio caro nipote o un animale di casa, compresi ben inteso tutti gli esseri viventi, mi sta molto a cuore e sacriferei me stesso e vista l’età raggiunta (69) non disdegnerei se necessitasse la mia fine. Si sono parole bisogna vedere i fatti, ma vi assicuro che difettato come sono e cioè vegano- ateo-apolitico e anche un po’ umanofobo, i fatti sono prontissimo a realizzarli. Troppo facile salvare se stessi sulla pelle degli altri………….

    19 Gennaio, 2014
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    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Antonio per il tuo commento che ti rende onore.

      19 Gennaio, 2014
      Rispondi

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