Tre Orsi, una storia a lieto fine e la manipolazione


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Sono Gianni, Sam e Mary. Tre Orsi Bruni poco più che cuccioli hanno occupato per qualche giorno di fine maggio le pagine di agenzie stampa e giornali mainstream in rete. La loro storia è semplice: sono stati catturati, strappati alle madri e alla vita selvaggia per essere sfruttati come attrazione. Tenuti al guinzaglio e privati di ogni diritto, hanno seguito il cupo destino di tanti individui della loro specie in Albania. Poi – l’Umano toglie e l’Umano dà – qualcuno si è accorto di loro e ha pensato bene di farli confiscare – anche grazie al fatto che le condizioni in cui vivevano sono considerate illegali nella stessa Albania.
Giunti in Italia, sono stati trasferiti al “Bioparco” di Roma. Ora vivono in un’area attrezzata. Risulta che possono essere visti dai visitatori dello zoo. Risulta che verranno poi trasferiti in un’area più grande, con altri Orsi, sempre nel “Bioparco”.

Certo, il lieto fine piace a tutti. I tre avranno sicuramente condizioni di vita migliori di quelle orrende in cui cui versavano dopo la cattura. Tuttavia la notizia lascia l’amaro in bocca. Per più di un motivo. La trama leggera mostra un ordito fitto di pregiudizi, un’intero esercito di condizionamenti antichi e moderne manipolazioni che rendono fatti come questo sostanzialmente inutili alla liberazione animale.

Intanto i nomi. Ai piccoli sono stati dati nomi carini e familiari, come fossero bambini. Il nome, l’identità, vengono strappati via o ignorati quando si deve odiare, sfruttare, uccidere, massacrare. Un esempio su tutti sono i campi di concentramento nazisti, dove i numeri rimpiazzavano gli individui e c’era chi non ce la faceva a guardare quei volti (come magistralmente raccontato da Jonathan Littel in uno sconvolgente capitolo del suo romanzo Le benevole). Si dà però benevolmente un nome agli schiavi, e alle mucche “da latte” nelle fattorie a gestione familiare – ammesso che ancora ce ne siano. Ma si nega questa pratica umana (non sappiamo se le specie che vengono frequentemente a contatto con la nostra ne sentano effettivamente il bisogno) ai vitelli di quelle stesse dolci madri, che un giorno, o anche subito, verranno inviati al macello. E qui si apre la voragine, il buco nero nella coscienza di ognuno e di tutta l’umanità, dei milioni, miliardi di esseri viventi che si fanno nascere per farli iniziare in quello stesso momento a morire, più o meno lentamente, come serve. Anche Orsi. Orsi “della bile” torturati per le superstizioni dell’Oriente, l’Orsa Kj2 giustiziata per i capricci dell’Occidente. Quell’Orso Bruno Europeo che è tanto simile all’Umano, che si alza in piedi, che gioca, che è goloso di dolce, che dorme durante il freddo e ama la primavera, che fa uno o due o massimo tre neonati in un periodo che si avvicina ai nove mesi (è variabile per il periodo di letargo), che è umorale e bizzarro, che con altri pochissimi Animali considerati “nobili” dà un nome di sapore antico a uomini e donne – Orso, Orsola insieme con i Leone, Lea e Leandro, Lupo, Pardo, Delfina, solo per citarne alcuni in italiano.

Senza mettere in dubbio la buonafede di chi ha salvato Gianni, Sam e Mary, e di chi cerca di aiutarli nel “Bioparco” – dove comunque diventeranno probabilmente un’attrazione per coloro che hanno voglia di pagare un biglietto, serve sottolineare il solito linguaggio manipolatorio di chi scrive articoli sugli Animali anche con happy end, quindi dalla loro parte, indipendentemente dal fatto che ne sia consapevole o no. Si parla di condizioni illegali, quindi si sa che ci sono condizioni di sfruttamento e anche di crudeltà che sono pienamente legali. Si parla di una specie che non è a rischio d’estinzione; come fosse quello il punto: il Panda maggiore, il grazioso Gatto-Orso bianco e nero dei cinesi è uno dei pochissimi fortunati ad aver vinto alla lotteria della simpatia degli Umani, ovviamente dal punto di vista dell’apprezzamento universale, così come il Maiale è stato selezionato per lasciare dietro di sé una storia di insulti infamanti e di rosso-sangue, o il Topo, il Serpente e – più recentemente il Piccione – si sono guadagnati odio mortale per futili motivi. Il mondo occidentale non riesce a vedere con occhi antispecisti. Di qui i gruppi che hanno contribuito alla denuncia dell’illecito e alla confisca dei tre orsetti sono definiti, sulle pagine dei mass media, ambientalisti. In più un tono paternalista che non sfugge alle orecchie di chi ha messo la causa animale al centro del concetto di giustizia. Irritante. Irritante è il muro di piombo alzato tra i diritti animali e quelli umani. Tra la liberazione animale e la liberazione umana c’è un legame molto più stretto, se non altro perché chi vuole essere libero capisce che non può esserlo in un mondo di schiavi.

Però ai tre bellissimi Animali non si può che augurare una vita migliore. La notizia è comunque bella. E pian piano vitelli, agnelli, pulcini, suinetti ci aiuteranno ad abbattere il muro di piombo dell’ipocrisia.

Uno degli articoli che riportano la notizia.

Costanza Troini

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