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Si riporta un testo del 2004 di David Nibert e Bill Winders (tradotto in italiano e pubblicato da Vocisinistre.com) che analizza la relazione diretta tra le politiche economiche relative al settore agroalimentare dei governi statunitensi dal secondo dopoguerra in poi, e l’aumento dello sfruttamento degli Animali.


Consumare il surplus: estendere il consumo di “carne” e l’oppressione animale

Abbiamo tradotto questo lavoro di David Nibert (Dipartimento di Sociologia, Wittenberg University) e Bill Winders (Scuola di Storia, Tecnologia e Società, Georgia Institute of Technology) pubblicato diversi anni fa sull’International Journal of Sociology and Social Policy. Il testo ricostruisce storicamente il legame tra il sempre crescente sfruttamento animale e le politiche economiche dei governi statunitensi dal New Deal in poi. Un lavoro estremamente importante per comprendere la fitta trama di interessi che si cela dietro lo sfruttamento degli animali non umani e per articolare una controffensiva efficace alle azioni di un Capitale che fagocita umani, non umani e la natura intera.

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Ogni percorso finito ha un suo punto di partenza ed un suo arrivo. Non fa eccezione la filosofia antispecista che come punto di arrivo ha la liberazione animale (umana e non) e di conseguenza una nuova società  umana libera, solidale ed egualitaria. Disquisire sul percorso e sul suo arrivo è già  un esercizio arduo, ma risulta impossibile se viene a mancare un requisito fondamentale: una partenza comune. Fuor di metafora ci preme come redazione della Veganzetta affrontare il tema delle radici comuni del pensiero antispecista, radici assai complesse e variegate, ciò perché senza una solida base da cui partire ogni sforzo per avanzare risulterebbe vano, e quanto sta accadendo, e quanto è accaduto di recente, lo dimostra.
Individuare un’unica origine generatrice dell’antispecismo non è possibile, proprio per il fatto che risulta chiara una sorte di commistione tra diverse anime e visioni a volte tra di loro anche poco compatibili. Storicamente si può ricondurre la nascita ufficiale del pensiero antispecista agli anni ’70 del secolo scorso, e precisamente al 1970 quando Richard D. Ryder, uno psicologo inglese, conia il termine “specismo”1. Analizziamo però una considerazione dalla quale si è evoluto molto del sentire comune antispecista:

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