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Il Collettivo Tana Liberi Tutti torna dopo tempo (vedere qui e qui) ad intervistare Adriano Fragano.
Marce degli agricoltori, Food for Profit, carne artificiale, guerre tra Umani, crisi climatica, guerra alla fauna selvatica, sono le tematiche affrontate.
Buona lettura


Domanda 1: Caro Adriano, Non molto tempo fa abbiamo assistito, piuttosto perplessi e perplesse, alle ‘marce’ dei trattori in vari Paesi europei, in reazione ad alcune politiche UE anch’esse discutibili. Qual è la tua valutazione della protesta degli agricoltori (che, ricordiamo, ha prodotto come risultato un allentamento delle restrizioni previste sui pesticidi in UE)?

Risposta: La mia valutazione su questa triste vicenda è ovviamente totalmente negativa e non potrebbe essere altrimenti. Prima di tutto vorrei far notare che le modalità e i metodi della protesta hanno una volta di più dimostrato – se ce ne fosse ancora bisogno – che il mondo dell’allevamento e dell’agricoltura fonda la sua identità e ogni sua attività sulla violenza, sul controllo e sulla sopraffazione. Entrando nel merito delle rivendicazioni, allevatori e agricoltori hanno voluto affermare con forza che:

Antispecismo Veganismo


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Il Ministro Lollobrigida e una mucca

Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida suggerisce un metodo infallibile per sapere se noi Umani trattiamo bene gli Animali (soprattutto quelli “da allevamento” che sono quelli che più interessano un comparto economico che sta molto a cuore al Ministro): semplicemente possiamo “chiederlo a loro”.
Un modo per verificare il benessere animale in una azienda agricola è “chiederlo” direttamente a loro. Se si avvicinano all’uomo senza timore significa che lo considerano un loro amico“. Questo è ciò che scrive in un post nel suo profilo facebook, nel quale si vede il Ministro che con la sola imposizione della mano instaura una comunicazione diretta con un Bovino.

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Roberto Manzotti: Gallo

L’allevamento intensivo può essere considerato come l’apice di un lungo processo di sottomissione e controllo degli animali non umani per fini produttivi, che ha preso piede nel passato recente della storia dell’umanità. La meta dell’allevamento “senza terra” salutata come l’evoluzione e specializzazione dell’allevamento tradizionale, ha prodotto e produce enormi sofferenze agli animali e conseguenze disastrose all’ambiente profondamente modificato per soddisfare le pesanti necessità di tale pratica. La riduzione degli animali in schiavitù non solo è una terribile ingiustizia, ma sta significativamente contribuendo a portare la società umana verso il baratro della devastazione della Terra.
Gli animali-macchina costretti e rinchiusi in strutture lontane dai nostri occhi e dalle nostre coscienze, con i loro corpi segregati e ormai lontani dalla natura, causano loro malgrado e senza colpa una distruzione ecologica senza precedenti.

Testo di Adriano Fragano
Pubblicato originariamente nel libro L’errore antropocentrico. Uomo-natura-altri viventi, a cura di Bruno Fedi e Maurizio Corsini, Mimesis/Eterotopie, 2019, pp. 93-99.

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Il “Diritto d’iniziativa dei cittadini europei” (abbreviato in inglese in ECI, European Citizens’ Initiative) è uno strumento di democrazia partecipativa previsto dall’art. 11, paragrafo 4 del Trattato di Lisbona che consente ai cittadini europei di proporre modifiche legislative concrete relative a qualsiasi settore in cui la Commissione Europea abbia facoltà di proporre un atto legislativo.1

Proprio nell’ambito dell’esercizio di questo diritto, è stata registrata il primo Settembre 2018 la proposta denominata “End the Cage Age” (Stop all’era delle gabbie) con il seguente obiettivo:

“Ogni anno un enorme numero di animali d’allevamento patisce sofferenze per essere tenuto in gabbia, crudelmente e inutilmente, dal momento che esistono sistemi alternativi senza gabbia e più rispettosi del benessere degli animali. Si chiede pertanto alla Commissione di proporre una legislazione che vieti l’uso di:
– gabbie per galline ovaiole, conigli, pollastre, polli da carne riproduttori, galline ovaiole riproduttrici, quaglie, anatre e oche;
– gabbie di gestazione per scrofe;
– gabbie di allattamento per scrofe, laddove non già proibite;
– box individuali per vitelli, laddove non già proibiti.”2

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