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Con l’amico e attivista antispecista Alfredo Meschi abbiamo parlato molto a proposito di un suo particolare progetto che ora verrà proposto al pubblico: un lavoro sicuramente complesso e di ampio respiro che prende il nome di “X” e che viene definito, dal suo stesso ideatore, come una serie di “laboratori ed esperienze sulle strade della Liberazione“.
Una delle caratteristiche peculiari di “X” è l’aspetto temporaneo, errante – nomade se vogliamo – dei contenuti proposti: la creazione di una sorta di Zona Temporaneamente Liberata per divulgare – per brevi periodi e in realtà territoriali, sociali e culturali diverse – un messaggio antispecista veicolato attraverso linguaggi e strumenti tra loro diversi ma sempre creativi, frutto della storia personale e professionale dei protagonisti del progetto stesso che – oltre ad Alfredo – sono la sua compagna Ilaria Farulli, il loro figlio Elia e l’inseparabile Cagnolina Trudy.
Insomma una vera e propria famiglia antispecista in movimento (grazie ad un furgone appositamente attrezzato) per proporre a chi lo desidera una serie di suggestioni, d’idee, di esperienze e di messaggi in favore della lotta antispecista: “perché l’antispecismo possa diffondersi a macchia d’olio…“.
Il progetto “X” necessita di un momento di riflessione per essere compreso appieno, per tale motivo vi suggeriamo caldamente di visitare il sito web ufficiale e di prendere visione sia degli spunti in esso presenti, sia delle soluzioni proposte (a tal proposito cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore per le citazioni di articoli di Veganzetta, del libro “Proposte per un Manifesto antispecista” e delle pubblicità antispeciste di Campagne per gli animali).
Nel concreto questa inedita famiglia umana si prefigge di contribuire a una presa di coscienza non antropocentrica
impiegando al meglio le competenze di tutta la famiglia, acquisite in decenni di esperienze sul campo, e decidendo di metterle al servizio della lotta antispecista.
Il tutto secondo lo spirito di economia del dono, quindi senza che nessuna persona umana resti mai esclusa dalle nostre attività per problemi economici.
Competenze ed esperienze che si traducono in seminari di formazione attraverso metodi teatrali, workshop sulla gift economy e sull’antispecismo, eventi di “pedagogia della gentilezza”, laboratori esperienziali su antispecismo, anticapitalismo e antisessismo e, dulcis in fundo, una particolare mostra fotografica partecipativa intitolata “misoteria”.
Alfredo, Ilaria, Elia e Trudy partiranno per un tour estivo in Italia – ancora in via di definizione e del quale daremo notizie – durante il quale si svolgeranno i laboratori e gli eventi di cui sopra, chi volesse organizzare un incontro con loro, può prendere accordi per prenotare una data.
In questa sede ci concentreremo in particolare su uno degli eventi che il progetto “X” propone: una mostra fotografica del tutto singolare per la sua genesi, le sue modalità di svolgimento e per la tematica trattata.
A seguire quindi: riferimenti web del progetto, presentazione della mostra fotografica, intervista ad Alfredo Meschi, video e galleria fotografica.
alfredomeschi@gmail.com
http://alfredomeschi.wix.com/z-t-l
https://www.facebook.com/alfredomeschix/
Presentazione di “Misoteria” mostra fotografica partecipativa
“Misoteria deriva da due parole greche, una significa “odio” o “disprezzo”, l’altra “animali”. Letteralmente, quindi, “misoteria” designa l’odio e il disprezzo per gli animali. E dato che gli animali rappresentano la natura in generale, il termine necessariamente significa anche odio e disprezzo per la natura“
(tratto da Un mondo sbagliato di Jim Mason)
Con la nostra mostra fotografica ed attraverso l’interazione con il pubblico vogliamo esplorare l’impatto che la misoteria e l’ideologia del dominio hanno sul Pianeta, sulla vita delle persone umane, ma anche sul nostro essere antispeciste/i.
Il punto di partenza sono le 40.000 “X” tatuate sul mio corpo, una per ogni Animale ucciso ogni secondo nel mondo, solo per soddisfare il nostro palato.
Una scelta di manifesto e performance permanenti per la Liberazione Animale.
La “X”, neutro segno di spunta, si presta anche ad “incarnare” altri terribili rapporti tempo/quantità, collegati alla misoteria ed alla nostra folle attitudine verso la Terra. Le fotografie di Francesca Truddaiu, ed il mio interagire con le persone umane presenti ci racconteranno questi collegamenti, cercando di farli passare attraverso il potere dell’immagine, del segno, del corpo. L’interazione, ispirata dall’artivismo messicano di “Poner el cuerpo, sacar la voz” e dal mio percorso professionale con il Teatro Immagine di Augusto Boal, andrà dalla mia semplice, muta e nuda presenza (o seminuda se le circostanze lo imporranno) nello spazio espositivo, al coinvolgimento delle persone umane presenti in momenti di body painting, di scultura corporea statica e dinamica, di espressione grafica, di esperienze sensoriali. Il livello di interazione non è mai prestabilito e dipende dal contesto e dalla disponibilità a mettersi in gioco o meglio, a “metterci il corpo”. A tal fine chiediamo che le persone umane esplorino la mostra indossando un proprio costume da bagno. Ovviamente non è obbligatorio interagire fisicamente per visitare la mostra.
Le fotografie, in formato 35×50 cm sono montate su pannelli formato 80×40 cm. Lo spazio espositivo ottimale dovrebbe avere un’estensione di 14 metri lineari (consecutivi o su più pareti/superfici). L’interazione con il pubblico può benissimo realizzarsi nello spazio antistante le fotografie così come in un ambiente separato.
Per ulteriori informazioni, non esitate a contattarci.
Intervista ad Alfredo Meschi
Puoi raccontarci come è nata l’idea iniziale e come si è concretizzata poi in quello che è ora? Spiegaci in particolare il perché della scelta della X e quindi dei 40.000 segni su tutto il corpo
L’idea è nata come una scelta molto personale. Viviamo in una società che ci porta ad incessanti momenti di amnesia, la corrente che alimenta la nostra consapevolezza dell’ingiustizia, compassione, empatia è una corrente alternata. Cercavo quindi un modo per resistere a queste amnesie socialmente indotte, un modo che in ogni secondo della giornata mi riportasse all’urgenza della lotta. Ogni secondo. E ogni secondo sono non meno di 40.000 le persone non umane uccise solo per soddisfare il nostro palato. Ho voluto fermare, o forse mantenere sempre pulsante sulla mia pelle, questo secondo, questo numero, questa consapevolezza. La X è stata scelta in quanto neutro ed anonimo “segno di spunta”, un simbolo che usiamo quando abbiamo finito di fare una cosa, di contare una cosa, di uccidere una “cosa”…
Il progetto si dirama in varie direzioni, tutte accomunate da un fattore comune, ovvero l’antispecismo nella sua accezione più ampia: cosa significa per te essere antispecista, vegano ed attivista?
Nelle mie performance mi piace mostrare un piccolo video sulle persone umane di varie nazionalità che lasciavano tutto per andare volontariamente a combattere la guerra civile spagnola. Essere antispecista per me è essere partigiano. Il veganismo è la coerenza antispecista nell’indispensabile pratica del quotidiano. Il mio attivismo, che mi piace chiamare artivismo è lotta e coscientizzazione permanente.
Il tuo non è un percorso unicamente personale, ma tutta la tua famiglia ne fa parte, come è nato il coinvolgimento della tua compagna e di tuo figlio?
Sai che non sono in grado di risponderti? Posso solo pensare ad una sintonia fortissima con Ilaria, capace di farci condividere questo percorso con una sincronicità spontanea, naturale ma anche, appunto, inspiegabile. Con Elia il discorso è diverso. La sua sensibilità nei confronti delle altre persone, umane e non umane, lo agevola senz’altro nel far parte di questa famiglia “in cammino”. Ma la sua libertà è la cosa più importante e ancora non saprei dirti come e quanto vorrà far suo questo percorso. Per il momento mi sembra molto coinvolto e la sua richiesta di andare a fare volontariato estivo al rifugio di Ippoasi ne è una bella conferma.
Utilizzare quasi totalmente il proprio corpo come hai fatto tu in una società come quella occidentale è indubbiamente un gesto forte e controverso. Cosa ti ha spinto a scegliere il tatuaggio come mezzo di comunicazione?
Come ti dicevo prima, inizialmente è nato come gesto e necessità personali. Nella ricerca della modalità più adatta a questo scopo ho preso in considerazione varie pratiche legate alla corporeità, alla pelle, alla carne, ad un comune “sentire”. Man mano che la ricerca procedeva mi sono reso conto che questo gesto, dentro e fuori di me consolidava la sua dimensione politica e che renderlo “condi-visibile” diventava necessario. Il tatuaggio mi è sembrato allora potesse tenere insieme il percorso personale, il mio artivismo radicale, la mia “trasformazione”, in tutti i sensi.
La mostra fotografica “Misoteria” di cui fanno parte gli scatti di seguito pubblicati, si compone di diversi argomenti, parlacene in dettaglio
Il comune denominatore di “Misoteria” è l’ideologia del dominio resa appunto possibile anche da questo “odio e disprezzo per gli Animali e per la natura”. Le fotografie offrono dunque una rappresentazione simbolica degli effetti devastanti di questa ideologia, sfruttando la mia pelle tatuata come una superficie dove vedere incarnati i numeri dell’odio. A partire dai 40.000 Animali uccisi ogni secondo. Ma le 40.000 X tatuate diventano anche 4.000.000 di metri quadrati di foresta distrutti ogni minuto, 180.000.000 di euro spesi in armamenti ogni ora…
Vorrei porti un’osservazione per capire meglio il tuo pensiero, non credi che la volontà di analizzare un problema da molti punti di vista nel medesimo momento, possa creare qualche difficoltà di comprensione da parte dello spettatore? O al contrario, pensi che questo approccio possa smuovere più sensibilità diverse a vari livelli e così si possano ottenere maggiori risultati?
Io, prima di tutto, sono un antispecista. E le X sulla mia pelle sono Animali. D’altra parte l’antispecismo si impegna contro l’ideologia del dominio a 360 gradi. Ma il mio con “Misoteria” non è un lavoro di analisi e non mira ad una comprensione intellettuale. Le fotografie e le didascalie che le accompagnano sono un preludio (e la loro diversità in questo senso è da considerare una risorsa) ad una coscientizzazione che cerco di far passare attraverso un coinvolgimento corporeo ed una comunicazione emozionale e il più possibile non verbale con il pubblico. Non più spettatore, ma spett-attore come diceva Augusto Boal, l’ideatore del metodo teatrale che insegno da tanti anni. Il focus, è ri-contattare la nostra empatia, la nostra capacità di sentire-assieme.
Hai già avuto modo di raccogliere pareri e sensazioni o addirittura riscontrare il cambiamento in alcune persone?
Sul nostro sito ci proponiamo come Zona Temporaneamente Liberata itinerante (Z-T-L) e le proposte per una form-azione antispecista che offriamo hanno già dato dei segnali incoraggianti e suscitato profonde riflessioni, che ci auguriamo possano produrre un cambiamento. L’empatia non è sepolta sotto una colata di cemento, è sempre ri-contattabile. Che si provi a farlo attraverso una mostra fotografica, un laboratorio teatrale, con la pedagogia della gentilezza o con una performance corporea, o perfino con una formazione economica (sì, anche con la gift economy, l’economia del dono, si può risvegliare l’empatia), l’importante è provarci. Continuamente.
Il progetto X si compone appunto di molte proposte, potresti illustrarci in cosa queste consistono e in che modo mettete tutto ciò a disposizione di chi ne volesse fare esperienza?
Premettendo che sul nostro sito web è possibile approfondire meglio le singole proposte, provo con pochissime parole per ognuna a sintetizzarne le peculiarità.
“LiberAzione!” offre una formazione (professionale) al Teatro Forum di Augusto Boal, un metodo capace di rendere più efficace la nostra lotta e la risoluzione dei conflitti. Metodologia praticata con successo in tutto il mondo e che ho personalmente sperimentato in tanti anni di lavoro sul campo.
“Gift economy e antispecismo“, riunisce la teoria e la pratica di un emergente paradigma economico, ovviamente critico nei confronti di quello capitalista, che potrebbe aprire piste interessanti per tutte quelle persone umane e realtà antispeciste che devono comunque avere a che fare con il vil denaro…
“Piccola è bella“, è un’immersione nella pedagogia della gentilezza ed in forme artistico-creative di coscientizzazione che vanno a toccare le corde dell’empatia attraverso approcci poco diffusi nel nostro Paese e nel nostro attivismo. Dal tè gratis alla rivoluzione degli origami!
“Misoteria“, come abbiamo detto, è il tentativo di esplorare il potenziale delle immagini, dei linguaggi non verbali, della corporeità e della body art nella coscientizzazione antispecista.
“Empatia“, principalmente attraverso i due laboratori esperienziali di “Meravigliosa” e “Oui Animals” ha, prendendo in prestito una bella frase di Adriano Fragano, l’ambizioso obiettivo di facilitare il “riappropriarci della nostra umanità in quanto animalità” attraverso un coinvolgimento sensoriale di tutto il corpo.
Aggiungiamo solo l’importante dettaglio che queste proposte della nostra Z-T-L itinerante possono raggiungere ogni angolo d’Italia e che, essendo offerte nello spirito dell’economia del dono, sono accessibili a tutte/i senza impedimenti di carattere economico.
Avete già definito quali sarebbero i luoghi nei quali auspicate di poter entrare con le vostre proposte?
Ilaria è continuamente immersa nella sua “pedagogia della gentilezza”, il mio corpo è diventato una performance permanente, da questo punto di vista le nostre proposte “entrano” dove entriamo noi, nella vita e negli incontri quotidiani. Avendo però la nostra Zona Temporaneamente Liberata una forte vocazione formativa, i luoghi, le realtà, le persone umane che ci piacerebbe coinvolgere, appartengono a tutte quelle esperienze antispeciste impegnate nella lotta per la liberazione Animale, aperte a sperimentare anche le altre possibilità di intervento che proponiamo. Le proposte che abbiamo selezionato hanno poi la peculiarità di adattarsi sia alla singola persona umana che a piccoli gruppi, sia ad un pubblico più numeroso. Quindi, da sole/i o in compagnia, contattateci!
Permettimi di concludere con un ringraziamento gigante ad Adriano, a te ed a tutta Veganzetta. Credimi che questo progetto non si sarebbe realizzato senza di voi: basta dare un’occhiata al nostro sito web per rendersene conto. Speriamo allora di incontrarci prestissimo!
Intervista a cura di Jade Monica Bello
Video di Eleonora Pisu
Galleria fotografica concessa dall’autrice Francesca Truddaiu
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Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
Sono davvero felice di ritrovare ancora vivo lo spirito delle Zone Temporaneamente Autonome di Hakim Bey.