Ontario: i Maiali devono morire


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Camion adibito a trasposto dei Maiali ribaltato

E’ successo il 5 ottobre 2016 a Burlington, nello stato canadese dell’Ontario, ma non facciamoci illusioni, accade e può accadere ovunque, a pochi chilometri dalle nostre case. Un camion che trasportava 180 Maiali (c’è chi scrive 160, tanto sono solo merce) si è rovesciato nelle immediate vicinanze di Fearman’s Pork (Fear: paura), un mattatoio che uccide 10.000 giovani Suini al giorno. Sì al giorno, non è un refuso. Le vittime sono rimaste uccise (i più fortunati), ferite e intrappolate nelle lamiere. Gli umani attivisti animalisti canadesi subito intervenuti hanno udito per ore urla strazianti.
I Maiali sopravvissuti sono stati estratti dal veicolo e spinti senza tanti riguardi verso le camere a gas all’interno del macello stesso. Causa dell’incidente: la velocità. Non c’è da meravigliarsi questi camion scaricano negli stabilimenti di sterminio un numero incredibile di Animali vivi.
Fin qui l’ordinaria amministrazione dell’orrore. Un automezzo caricato fino all’impossibile – più Maiali più soldi – che ha fretta di condurre un numero altissimo di esseri viventi a una morte terribile. Chi non ne ha visti? Un incidente come ne avvengono continuamente. Questa storia però è appena all’inizio, e viene raccontata in diretta a tutto il mondo – almeno a chi ha voluto vedere e sentire – da Toronto Pig Save, un’associazione che organizza presidi e veglie intorno ai macelli e cerca di confortare gli Animali vittime di un sistema mostruoso, talmente mostruoso ed enorme da essere invisibile ai più.
I Maiali feriti, ma ancora vivi, vengono giudicati “inutilizzabili”. Comincia quindi una corsa contro il tempo per salvarli. E attiviste e attivisti chiamano Fearman’s Pork, e scrivono a migliaia per farsi affidare i superstiti, e manifestano davanti al tetro edificio. Sono pronti “santuari” per accoglierli, volontari per trasportarli e medici veterinari per curarli. Sono ore di speranza e di appelli disperati. Ma agli Animali sofferenti e terrorizzati, incapaci di muoversi e arrivare spinti dai bastoni nell’impianto della morte, non viene fornita alcuna assistenza. Non solo. La polizia impedisce a chiunque di avvicinarsi – e intanto arresta di nuovo Anita Krajnc, già sotto processo per aver dato dell’acqua ai Maiali disidratati rinchiusi in un camion la scorsa estate. Il personale dipendente del mattatoio cerca di coprire la scena con teli e cartoni e spara proiettili captivi nella testa dei giovani Maiali rimasti intorno al relitto del camion. I corpi vengono rimossi con la ruspa.
Perché tale mancanza di pietà? Perché questa decisione sconvolgente? In realtà non è strano. Fearman’s Pork non può mostrare compassione. Chi ci lavora non può – non vuole – scegliere la cosa giusta. Crollerebbe tutto il castello di carte, mentre l’ipocrisia di questo sistema di morte cerca inutilmente di nascondersi dietro a pannelli improvvisati.
Restano le immagini tenerissime di un Maiale ferito che ne conforta un altro (nella foto sotto) che sta anche peggio: un bacio prima di morire.
Unica piccola nota positiva: Anita Krajnc è stata rilasciata sulla parola (è comunque in attesa del processo per aver dato da bere agli assetati).

Per foto e video: www.facebook.com/TorontoPigSave/?fref=ts
Su Anita Krajnc: www.veganzetta.org/colpevole-di-compassione 

Costanza Troini


Fonte fotografie: Toronto Pig Save

9 Commenti
  1. Maude Haworth ha scritto:

    These slaughterhouses should all be demolished, while empty and no living thing inside them. Decimate these Auschwitz Hell Holes. It’s time to go covert and destroy these horrific buildings.

    14 Ottobre, 2016
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    • Costanza Troini ha scritto:

      All slaughterhouses will shut for good, one day. Being sad, gloomy symbols most of them will bè pulled down. One day. Others will be kept as memorials, One day. I think nobody knows the ways getting to that, though we are sure we are getting there. Thanks for your comment

      17 Ottobre, 2016
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  2. Paola Re ha scritto:

    Ho visto il video della vicenda. E’ straziante. Quanta strada c’è da fare…

    17 Ottobre, 2016
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    • Costanza Troini ha scritto:

      Sì, c’è tanta strada da fare, però credo che un percorso lo stiamo tracciando, e a volte i viaggi prendono scorciatoie e accelerate, prima impensabili. Questo è solo un mio parere è anche un mio impegno per quei Maiali, per tutti i Maiali, e per tutti gli altri Animali.

      19 Ottobre, 2016
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  3. Vic Dalla Rosa ha scritto:

    E Mosul? E la Siria? Con tutto il rispetto per i miei Fratelli Maiali, quali vere domande porci?Uscite e guardate i Veri Problemi.

    19 Ottobre, 2016
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    • Veganzetta ha scritto:

      E il Biafra? E i Mapuche? E la barriera corallina dell’Australia? Il buco nell’ozono, i ghiacci polari?
      Questo si chiama benaltrismo e serve solo a trovare delle scuse per non fare assolutamente nulla, se non far perdere tempo alla gente, esattamente come stai facendo.
      Esci tu: fatti un giro, smetti di infastidirci e renditi utile in qualche modo.

      20 Ottobre, 2016
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    • Paola Re ha scritto:

      Il Vero Problema (maiuscolo come lo hai scritto) sei tu.
      Il Vero Problema è non risolvere un problema spostando l’attenzione su un altro.

      20 Ottobre, 2016
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  4. Marco Bagnaresi ha scritto:

    Terribile che esistano luoghi del genere, abissi di morte che pesano sulle spalle della società. Forse più che cercare di fermare il camioncino varrebbe la pena cercare di sensibilizzare chi realizza simili lager al fine di fermarli il prima possibile …

    20 Ottobre, 2016
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    • Costanza Troini ha scritto:

      Non capisco quale camioncino è stato fermato e da chi.
      Chi costruisce tali lager, ovvero gli stabilimenti di mattazione e lavorazione della cosiddetta carne, molto probabilmente lo fa per profitto, per denaro. E mi sembra anche probabile che sia consapevole degli abissi di morte (come giustamente li hai chiamato caro Marco) che provoca e impone ad Animali umani e non.

      20 Ottobre, 2016
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