Jo Frederiks


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Jo Frederiks, artista australiana, pittrice ed attivista per i diritti degli Animali, è una delle esponenti più interessanti nel panorama ancora poco conosciuto dell’arte vegan.

Dopo una carriera come modella e cover girl, decise di dedicarsi all’arte, studiando e laureandosi con lode all’Accademia d’arte di Brisbane.

La sua vita prese una strada diversa, volgendo i propri sforzi artistici agli Animali, alla rappresentazione della loro bellezza e libertà in un contesto naturale, ma anche nella profonda ingiustizia inflitta loro dall’Umano.

Se da una parte Jo racconta ogni Animale fedelmente, attraverso la matita o la pittura ad olio, descrivendone in minuziosi dettagli gli aspetti, dando forza al carattere e all’unicità in quanto individuo di ogni singolo esemplare rappresentato, dall’altra denuncia duramente la situazione in cui versano miliardi di Animali d’allevamento e da intrattenimento e come i poteri politici, economici e religiosi sostengano e perpetuino l’ Olocausto Animale, grazie all’appoggio silenzioso dei consumatori. 

Olocausto Animale, perché come per molti Umani durante la presa di potere da parte dei nazisti, quello che gli Animali stanno subendo è una sistematica strage quotidiana.

Jo non trova eccessivo fare tale paragone, che per primo affermò lo scrittore ebreo Premio Nobel per la Letteratura Isaac Bashevis Singer nel racconto “L’uomo che scriveva lettere”:

«Si sono convinti che l’uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno».

O nella prefazione del testo di Dudley Giehl “Vegetarism, a way of life”:

«Tra uccidere animali e creare camere a gas di stampo hitleriano o campi di concentramento di stile staliniano, il passo è assai breve… non ci sarà giustizia fino a che un uomo brandirà un coltello o un’arma per distruggere coloro che sono più deboli di lui».

Altro Premio Nobel a sostenere tale similitudine, J.M Coetzee nel romanzo “La vita degli animali” scrive:

«Vorrei tornare per l’ultima volta ai luoghi di morte che ci circondano, i macelli ai quali noi, in un massiccio sforzo comune, chiudiamo i nostri cuori. Ogni giorno ha luogo un nuovo olocausto, e tuttavia, a quanto vedo, il nostro essere morale non ne viene neppure scalfito».

La giustificazione a tale scempio è la medesima, loro sono inferiori e quindi di minore importanza, le modalità adottate per lo sterminio altrettanto simili.

Jo ha scelto di rappresentare in modo esplicito ed esplicativo tale pensiero attraverso diverse opere, una su tutte “Every day”, nella quale un gregge di Pecore viene condotto al campo di concentramento/mattatoio dove campeggia sinistra una stella uncinata.

Pubblicato nella propria pagina professionale di facebook, il dipinto è stato segnalato e ritenuto non idoneo agli standard del social network e Jo è stata costretta a rimuoverlo pena il blocco della pagina, a riprova di quanta ipocrisia ed omertà vi sia da parte delle persone riguardo al tema della liberazione animale.

Cresciuta in un allevamento di bestiame nel Central Queensland, sin da giovanissima Jo ebbe modo di vedere con i propri occhi la crudeltà, l’indifferenza e l’opportunismo con i quali l’Umano si relaziona alle altre specie per poter soddisfare un bisogno non necessario.

Fu proprio la sua infanzia in tale contesto a portarla a scegliere una vita che non infliggesse inutile sofferenza agli Animali, diventando vegan vent’anni fa (ora ne ha quarantotto) e ancor di più votando la propria arte alla loro difesa.

In diverse opere, quello che viene sottolineato è come tutto ciò non riguardi unicamente gli Animali, ma come ogni cosa si ripercuota poi anche sull’umanità stessa e sull’ambiente del quale essa dovrebbe essere protettrice, che invece sfrutta e distrugge senza lungimiranza alcuna.

Come nell’opera Unsustainable, la Terra si sta squarciando e sanguina per l’insostenibilità del sistema di vita occidentale che sta corrompendo altre parti del mondo, portando ad un’inevitabile rovina, che potrà essere contrastata solo con decisioni drastiche ed incisive.

La deforestazione e la morte degli Oranghi ed altri Animali, oltre allo sfruttamento dei lavoratori per ottenere l’economico olio di palma, la fame di molti per l’ingordigia di pochi, sostenuta dalle politiche delle multinazionali dell’industria zootecnica e di quella alimentare, lo stordimento del consumatore fin dalla più tenera età, reso complice attivo nella scelta di perpetrare un sistema distruttivo, irragionevole ed eticamente ingiusto da ogni punto di vista, tutte queste tematiche diventano i soggetti delle opere di Jo, raffigurate in modo intelligente allo scopo di far riflettere lo spettatore, per farlo smuovere dalla propria zona sicura ed ovattata nella quale è abituato a vivere, perché cominci una riflessione sulle proprie scelte, in quanto sono proprio queste a definire da che parte si voglia andare.

Ormai è chiaro come sia necessario ed urgente prendere un’altra via per il futuro di tutti e tale cambiamento non può avvenire attraverso false illusioni come gli allevamenti “umani” e ancor meno “umani” mattatoi, come ella stessa afferma, tutto ciò è semplicemente assurdo.

L’egoismo non può essere giustificato e non può legittimare la tortura, la prigionia, la schiavitù e la morte di miliardi di Animali, come lo sfruttamento e l’oppressione di altri Umani ed altre parti della Terra.

Non può esistere una zona grigia e paludosa in cui continuare a stagnare incuranti delle conseguenze delle proprie azioni, è necessario affrontare l’ipocrisia che permea l’umana esistenza da troppo tempo, quell’ipocrisia che ci fa amare una specie e mangiare l’altra, è giunto il momento di scegliere concretamente da che parte stare.


Link e fonti:

www.jofrederiksart.com

www.facebook.com/Jo.Frederiks

Colourin Your Life, “Art Lesson and Animal Rights with Jo Frederiks

http://youtu.be/vno_EBdZv0o

www.sparklingadventures.com/index.php?id=2006

Notizie fornite da Tanita Cree e dall’artista.
Testi, traduzione e adattamento fonti dall’inglese a cura di Jade Monica Bello


English version

Jo Frederiks, Australian artist, painter and animal rights activist is one of the more interesting exponents of the still little known panorama of vegan art.

After a career as a model and cover girl, she decided to dedicate herself to art, studying and graduating with distinction from the Brisbane Academy of Arts.

Her life took a different path, turning her artistic efforts toward Animals, representing their beauty and freedom in natural contexts, but also the profound injustice inflicted upon them by Humans.

If from one side Jo faithfully recounts every Animal via graphite or oil, describing their appearance in minute detail, giving strength to the character and the uniqueness as individuals of every single specimen, from the other she gives harsh testimony to the situation in which billions of farmed Animals and Animals used for entertainment are put and how the political, economic and religious powers sustain and perpetuate this Animal Holocaust, thanks to the silent support of consumers.

Animal Holocaust because, as with many Humans during the time Nazi’s seized power, what the Animals are suffering is a daily systematic massacre.

Jo doesn’t find it excessive to make such a comparison, that was first made by the Jewish writer and winner of the Nobel Prize for Literature, Isaac Bashevis Singer in the story “The Letter Writer”:

They have convinced themselves that man, the worst transgressor of all the species, is the crown of creation. All other creatures were created merely to provide him with food, pelts, to be tormented, exterminated. In relation to them, all people are Nazis; for the animals it is an eternal Treblinka“.

Or in the preface of the text by Dudley Giehl “Vegetarianism, a Way of Life”:

“There is only one little step from killing animals to creating gas chambers à la Hitler and concentration camps à la Stalin…  all such deeds are done in the name of  ‘social justice’.  There will be no justice as long as man will stand with a knife or with a gun and destroy those who are weaker than he is”.

Another Nobel Prize winner who sustains such a simile, J.M. Coetzee in the novel “The Lives of Animals” writes:

I return one last time to the places of death all around us, the places of slaughter to which, in a huge communal effort, we close our hearts. Each day a fresh holocaust, yet, as far as I can see, our moral being is untouched“.

The justification for such slaughter is the same, they are inferior and so of lesser importance, similar modalities were adopted for the extermination [of the Jews].

Jo has chosen to represent in an explicit and explanatory manner such a thought via diverse works, one above all “Every Day“, in which a flock of Sheep is herded toward a concentration camp/slaughterhouse over which a swastika hovers sinisterly.

Posted on her own professional Facebook page, the painting was reported and considered to violate the standards of the social network and Jo was forced to remove it otherwise face having her page blocked, proof of how much hypocrisy and conspiracy of silence there is from people with regard to the theme of animal liberation.

Growing up on a cattle station in central Queensland, from a very young age Jo was able to see with her own eyes the cruelty, the indifference and the opportunism with which Humans relate to other species in order to satisfy an unnecessary need.

It was precisely her childhood in that context that took her to choose a life that did not inflict needless suffering on animals, becoming vegan twenty years ago (she is now 48) and beyond this, devoting her art to their defence.

In different works, what is underlined is how all of this does not only regard Animals, but how everything impacts on humanity itself and on the environment of which humanity should be protector, but instead exploits and destroys without any foresight.

Like in the piece “Unsustainable“, the earth is ripping open and is bleeding for the unsustainability of the Western system of life that is corrupting other parts of the world, taking with it an inevitable destruction, that can only be contrasted with drastic, incisive decisions.

Deforestation and the death of the Orangutans and other Animals, beyond the exploitation of the workers to obtain economical palm oil, the hunger of many for the greed of few, sustained by the politics of the multinationals of the zootechnical industries and food industries, the conditioning of consumers from a young age, made active accomplices in the choice to perpetuate a destructive system, unreasonable and ethically unjust from every point of view; all of these themes become subjects in Jo’s works, represented in an intelligent way with the aim to make the spectator reflect, to shift them from their comfort zones and cocoons in which they are used to living, in order to start reflecting on their choices, because it is precisely from these that define which way one wants to go.

By now it’s clear that it’s necessary and urgent to go another way for the future of everyone and such change cannot come via false illusions such as “humane” farms and even less “humane” slaughterhouses, as they themselves state, all of which is completely absurd.

The egotism cannot be justified and cannot legitimate the torture, imprisonment, slavery and death of billions of Animals, like the exploitation and the oppression of other Humans and other parts of the Earth.

There cannot be any grey and swampy areas in which to continue to stagnate uncaring of the consequences of your own actions, it’s necessary to confront the hypocrisy that has permeated human existance for too long, that hypocrisy that makes us love one species and eat the other, we’ve reached the moment to choose concretely on which side we’re on.

Traduzione a cura di Julie McHenry

 


Galleria fotografica fornita dall’artista

3 Commenti
  1. Paola Re ha scritto:

    Stupende queste opere, soprattutto quelle coi bambini. Il bambino col codice a barre in testa è inquietante e quello denutrito con la coroncina del McDonald è la pubblicità più autentica del Mc. Il bambino impacchettato è un bambino vero… bisogna inviarlo alla garante dei minori della Toscana che aveva sollevato un polverone sul manifesto di Campagne per Animali col bambolotto impacchettato! Se vedesse questo chissà come la prenderebbe…
    Anche quella contro l’uso dell’olio di palma è molto profonda: non tutti sanno che l’olio di palma, oltre a distruggere il nostro organismo, distrugge la vita degli abitanti delle foreste di palme perseguitati dall’abbattimento ossessivo delle palme.

    20 Agosto, 2014
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  2. Roberto Contestabile ha scritto:

    “La fame di molti per l’ingordigia di pochi, sostenuta dalle politiche delle multinazionali dell’industria zootecnica e di quella alimentare, lo stordimento del consumatore fin dalla più tenera età, reso complice attivo nella scelta di perpetrare un sistema distruttivo, irragionevole ed eticamente ingiusto da ogni punto di vista.”

    ….questa frase dovrebbe essere incorniciata e resa visibile in ogni scuola ed ufficio pubblico!

    20 Agosto, 2014
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  3. Veganzetta ha scritto:

    Grazie a Julie McHenry per la traduzione dell’articolo in inglese.

    26 Agosto, 2014
    Rispondi

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