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Toronto, Canada, 22 giugno.
Un gruppo di attiviste e attivisti svolge una veglia di fronte alla Fearman’s Pork inc, mattatoio di Burlington.
All’arrivo di un camion carico di condannati a morte, Anita krajnc corre verso il camion “armata” di una bottiglia d’ acqua e la porge a quanti più Animali riesce.
Ieri (14 ottobre 2015, N.d.R.) Anita è comparsa davanti al giudice, accusata di violazione di proprietà privata.
In una nota prima del processo ha dichiarato: “Offrire acqua a un maiale assetato è un atto di compassione. Non è solo un diritto, ma un dovere che tutti condividiamo. Quello che è sbagliato è in primo luogo causare sofferenza ai maiali.
Affronto queste accuse penali con dignità, con la consapevolezza che verità e giustizia sono dalla mia parte“.
Dopo il gesto di Anita, molte altre persone umane sono accorse per dissetare gli Animali prigionieri nei camion diretti ai macelli, cercando per quel che è possibile di alleviare la sofferenza dei condannati a morte e mostrando a tutti che non si tratta di oggetti inanimati, ma di individui con necessità e bisogni costretti a una non-vita di privazioni e sofferenza.
Davanti al tribunale, decine di attiviste e attivisti a sostegno di Anita e della Liberazione animale.
Di seguito, il video che documenta il “crimine”: www.facebook.com/TorontoPigSave/videos/1068440796507989/
Fonti:
www.facebook.com/events/473499689485531/
www.facebook.com/anita.krajnc.58/media_set?set=a.10156132306495724.1073742011.671765723&type=3
Toronto Pig Save: www.torontopigsave.org
Veronica Corsini
Veganzetta esprime la sua solidarietà ad Anita krajnc
Fonte fotografia in apertura: Toronto Pig Save
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Si segnala che anche in Italia ci sono realtà che svolgono attività di protesta e sensibilizzazione davanti ai mattatoi, ad esempio la campagna NOmattatoio (http://www.nomattatoio.org/)
Gli animali sono merce e proprietà e finché la legge non supera questo vulnus inaccettabile, persone come Anita o come la nostra Luana vedono compromessa la loro libertà per avere fatto ciò che è giusto fare. La beffa sarebbe essere assolta da quella stessa giustizia che reputa giusti quei viaggi verso la morte. Come dire… diamo pure da bere ma non intralciamo il viaggio. E’ un sistema crudele e marcio dalle fondamenta al tetto. Spero che non sia incriminata perché c’è bisogno che persone come lei siano libere e attive.
Grazie per quest’articolo. Mi fa venire in mente una storia che mi ha raccontato un’amica attivista vegan. Questa ragazza era su un pullman di linea che si è fermato in un autogrll durante un lungo viaggio. In sosta era anche un camion della morte con maiali prigionieri. La mia amica ha cominciato a piangere disperatamente, per il dispiacere l’orrore il senso d’ingiustizia e d’impotenza, come gli attivisti canadesi nei filmati che ripetono “heartbreaking heartbreaking”, o i parteciparti ai presidi NOmattatoio. Nessuno si è accorto di lei e del suo pianto disperato, non una parola di conforto una domanda o un piccolo gesto di solidarietà, né dai passeggeri del pullman né da nessuno nell’autogrill. Nessuno ha visto i maiali deportati verso il macello e nemmeno la giovane umana in lacrime. L’indifferenza di chi finge di amare la propria specie e la ritiene migliore di altre. L’ipocrisia di chi vede solo ciò che fa comodo o quello che è permesso vedere