Nepal: la fine dei sacrifici per il Gadhimai Festival


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Fonte: La Stampa

Nepal: basta ai sacrifici per il Gadhimai Festival, salvato mezzo milione di animali

Dal Nepal arrivano ottime notizie per gli animalisti. Il Gadhimai Temple Trust ha sospeso a tempo indeterminato il Gadhimai Festival, il più grande evento di sacrifici animali del mondo che si tiene ogni cinque anni. Muore così una evento che durava da 265 anni e che salverà, per ogni evento, almeno mezzo milione di animali. Secondo la tradizione Bhagwan Chowdhary, il fondatore del Tempio Gadhimai, avrebbe ricevuto in sogno il messaggio della dea Gadhimai che gli avrebbe chiesto un sacrificio umano promettendogli di liberarlo dalla prigionia, di proteggerlo dal male, di donargli prosperità e potere. L’uomo, però, gli offrì un sacrificio animale accontentando comunque la dea e così, ogni cinque anni, la tradizione è stata mantenuta.
La decisione è arrivata dopo le tantissime proteste internazionali e locali, la mediazione da parte di associazioni animaliste come il Animal Walfare Network Nepal (Awnn) e la Humane Society International (Hsi).

Già in passato la Corte Suprema Indiana aveva posto un primo grosso freno alla manifestazione quando aveva vietato, nei giorni dell’evento, la circolazione degli animali dall’India al Nepal, decisione che aveva visto ridurre del 70 per cento gli animali sacrificati dal 2009 e prodotto oltre 100 arresti.

All’inizio dell’anno un altro passo importante era stato fatto con la decisione di non sacrificare gli animali durante il Sankranti Festival, l’evento dedicato ai raccolti. Gli animali erano stati confiscati e sottoposti a custodia sin quando qualche organizzazione non avesse trovato loro una “casa”.

Ora lo stop al Festival più importante che Ram Chandra Shab, presidente del Gadhimai Temple Trust, ha così motivato: «Per generazioni, i pellegrini hanno sacrificato animali per la dea Gadhimai, nella speranza di una vita migliore. Per ogni vita soppressa, il nostro cuore ha sofferto. È giunta l’ora di cambiare una vecchia tradizione. È giunto il momento di sostituire le uccisioni con gesti di pace e festa».

Fulvio Cerutti


Aggiornamento 2020: purtroppo contrariamente a quanto si sperava dopo lo stop annunciato nel 2015, le autorità religiose e il Gadhimai Temple Trust si sono rimangiati la parola data e il massacro ha di nuovo avuto luogo nel 2019, è probabile quindi che continui anche in futuro.

3 Commenti
  1. Paola Re ha scritto:

    Il Gadhimai Temple Trust è un’istituzione religiosa, vero? Veganzetta è sempre piuttosto critica sulle imposizioni da parte delle istituzioni. Che cosa ne pensa? Io sono commossa da questa notizia perché, se esiste una classifica degli orrori sugli animali, tale festival era davvero al primo posto. Spero che questa sia l’ultima volta in cui parleremo di questa tragedia. Il Nepal ha da poco subìto una catastrofe da cui faticherà a rialzarsi e ora ha solo bisogno di pace tra gli esseri umani e non umani.

    28 Luglio, 2015
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    • Veganzetta ha scritto:

      Il Gadhimai Temple Trust è un’istituzione religiosa ed è la maggiore responsabile dei massacri sacrificali che si sono verificati fino ad oggi in Nepal. Questa orribile usanza ha origini religiose, poteva essere bloccata subito, non è mai stato fatto. Oggi il Gadhimai Temple Trust di fronte alla pressione internazionale – e di fronte a un evidente danno d’immagine e di conseguenza economico – ha dovuto capitolare.
      Su internet in molti chiedono di ringraziare il Gadhimai Temple Trust, in realtà non c’è nulla da ringraziare, ma solo da gioire del fatto che finalmente un’istituzione religiosa è stata costretta a rinunciare a un tributo di sangue ormai considerato universalmente inaccettabile.
      La religione è una delle cause della nascita e dello sviluppo del pensiero specista: nulla pertanto può cambiare nella posizione che da antispeciste/i si dovrebbe tenere verso tale istituzione.

      28 Luglio, 2015
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  2. Paola Re ha scritto:

    Infatti secondo me la decisione non è stata presa per motivi etici ma per interesse. Questo festival metteva in cattiva luce il Nepal davanti a gran parte del mondo e in un Paese come il Nepal in cui il turismo porta buoni introiti sicuramente non deve esserci spazio per certi orrori. Dice il Presidente “Per ogni vita soppressa, il nostro cuore ha sofferto”. E chi ci crede? Casomai soffre il portafoglio se il turismo boicotta il Nepal. Forse la decisione presa è stata anche inflenzata dal recente terremoto.

    29 Luglio, 2015
    Rispondi

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