Homeless Veggie Dinner


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C’è chi considera il veganismo un grande affare economico e commerciale, e chi invece lo utilizza per uno degli scopi per cui è nato: la solidarietà e la giustizia nei confronti dei più deboli.
Homeless Veggie Dinner  è un esempio di come si dovrebbe realmente intendere la filosofia vegan.
Tutto è perfettibile (sarebbe importante che in futuro tutte le portate fossero esclusivamente vegan, questo per essere coerentemente solidali con tutti gli Animali), ma l’attività ideata e svolta da Adam e le persone del suo gruppo è ammirevole, e si spera che anche in Italia nascano progetti del genere. Di seguito una breve intervista, un video, e una galleria fotografica.


Adam, parlaci di te

Mi chiamo Dario Adamic, per gli amici Adam e sono croato di Spalato. A 19 anni sono andato a Roma per studiare biologia, e dove ho vissuto 20 bellissimi anni. Nel 2009 mi sono trasferito a Berlino dove lavoro come insegnante d’inglese e allenatore di basket. Nel tempo libero curo un’etichetta HC/Punk chiamata Goodwill Records. Nel 2010, con un gruppo di amici, ho iniziato ad organizzare a Berlino delle cene vegetariane e vegane per senzatetto e per tutti quelli che desiderano mangiare insieme a loro. Il nostro progetto si chiama Homeless Veggie Dinner

Come nasce il tuo progetto, e perché?

In realtà nasce per puro caso. La mia vicina di casa era attiva in un gruppo politico di stampo anarchico/comunista, e quando tale gruppo si trovò a non fare più parte dell’amministrazione locale, lo spazio che aveva in gestione rimase inutilizzato. Allora mi chiesi come poterlo trasformare in qualcosa di utile per la comunità. Chiamai un paio di amici e dissi loro dello spazio che aveva una cucina, un bar ed una sala grande con tanti tavoli e panchine. Pensai che sarebbe stato utile cucinare per le persone che hanno difficoltà a procurarsi del cibo, ovvero per i senzatetto. Ovviamente, il progetto non potevamo finanziarlo totalmente di tasca nostra, allora pensammo di invitare anche coloro che una cena se la potevano permettere, così con il contributo economico di un ospite pagante, una persona umana povera poteva mangiare gratuitamente. La prima cena costava 5 euro per chi se la poteva permettere, ed era gratis per chi non aveva denaro. Pochi giorni dopo il primo evento ci contattò il proprietario di un ristorante, e ci disse che voleva donare del cibo per il progetto. Cosi, abbassando di colpo le nostre spese, decidemmo di abolire il prezzo di 5 euro, e lasciare alle persone la libertà di decidere se fare o meno un’offerta. Dopo la seconda cena ci contattò un bar-caffetteria. Sapendo del ristorante, ci offrirono gratuitamente le bevande. In questo modo dalle 60 persone umane al giorno delle prime cene, siamo ormai arrivati ad oltre 250 ospiti. Per tale motivo ci siamo spostati ben 3 volte, ed ora siamo da oltre 2 anni in uno spazio fornitoci dal Comune. Organizziamo le cene nella Nachbarshafthaus sulla Falckenstein strasse a Kreuzberg. Sia il ristorante che il bar-caffetteria hanno nel frattempo chiuso (un caro saluto a Andrew della New Orleans House e a M.J. e Tina di Café Hilde), così per il cibo ci arrangiamo in altri modi, e le bibite le compriamo. Le cene sono sempre gratuite mentre le offerte sono ben accette, ma mai richieste. La cosa importante è che tutte/i possano mangiare gratuitamente, a prescindere che possano o meno pagare. Noi non facciamo nessuna distinzione. Il cibo lo cuciniamo per tutte/i. Chi può e vuole aiutare il progetto, può tranquillamente lasciare anche un solo euro per aiutarci a coprire le spese, ma non deve sentirsi in obbligo. Tutto il cibo è sia vegano che vegetariano perché vogliamo offrire un’alternativa al cibo servito dalle organizzazioni che aiutano i senzatetto. In più, nel nostro spazio tutte le persone umane sono ospiti. Non ci sono file per il cibo, le pietanze vengono servite al tavolo come in un qualsiasi ristorante. Perché lo facciamo? Le comunità dei senzatetto, e delle persone umane povere in generale, sono comunità piuttosto isolate. Nella maggior parte dei casi un senzatetto ha contatti con soggetti nelle sue stesse condizioni, e con il personale dei servizi sociali, ma non con le persone umane “comuni”. Nella vita quotidiana andiamo troppo di corsa per poterci sedere un attimo e fare due chiacchiere con chi sta chiedendo aiuto per strada. A volte giriamo la testa fingendo di non vedere. Tanto quell’essere vuole solamente i nostri soldi, no? Invece durante queste cene abbiamo la possibilità di incontrarli, sentire le loro storie, scambiare delle opinioni o dei saluti, e magari torniamo a casa un pochino diversi. Diversi per aver impiegato del nostro tempo per delle persone dalle quali forse non avremo mai nulla, tranne il loro calore umano. Allora forse quando li rivedremo per strada, non gireremo più la testa, ma li guarderemo negli occhi, magari con un sorriso.

La risposta delle persone è positiva?

Fino ad ora abbiamo ricevuto solamente commenti positivi. Certo, ci sono sempre cose che possono migliorare, quindi le critiche sono le benvenute. Noi abbiamo imparato molto da questo progetto, e cerchiamo sempre di migliorare.

Prevedi sviluppi futuri? Come vi si può contattare?

Sta per partire una Homeless Veggie Dinner ad Amsterdam. Due ragazze si sono ispirate al nostro progetto, e si sono date da fare per farlo partire ad Amsterdam in Olanda. La data della prima cena dovrebbe essere nota a giorni. Un altro progetto in cantiere è a Varsavia. Speriamo di poter sviluppare una Homeless Veggie Dinner  anche da loro. Collaboriamo inoltre con altre organizzazioni che si occupano di problematiche simili, e nel futuro vorremmo avere un posto che potesse funzionare continuativamente, non solamente una volta al mese come accade ora. Questo ci darebbe la possibilità di aiutare molte più persone. Ma per ora va bene così.

La nostra attuale sede è a Falckenstein strasse 6, nelle vicinanze della metro Schlesisches Tor a Berlino. Ci potete trovare su internet cliccando sul link di seguito:

www.facebook.com/groups/121769647855905 
www.facebook.com/homelessveggiedinner

Per contatti diretti: commonguy@libero.it

Vi aspettiamo!

 


Galleria fotografica fornita da Dario Adamic

5 Commenti
  1. Paola Re ha scritto:

    Grandiosa iniziativa. Serve anche per mettere a tacere i soliti zucconi che insistono col dire che chi si occupa della sofferenza animale, farebbe meglio a occuparsi di quella umana. E’ scritto benissimo: “la solidarietà e la giustizia nei confronti dei più deboli” è l’essenza del veganismo. Vivere vegan è una questione di giustizia. Diffonderò sicuramente questa notizia ogni volta che le associazioni umanitarie, pacifiste, solidali… mi manderanno l’invito alle loro disgustose cene di finanziamento a base di animali morti. Ogni volta chi mi invitano, rispondo son un secco rifiuto, spiegandone le ragioni ma si chiudono in un silenzio imbarazzante. Non riescono proprio a capire che non si aiutano gli umani massacrando i non umani.

    10 Ottobre, 2014
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  2. Salvatore Messina ha scritto:

    Splendida iniziativa che tocca nel più profondo l’anima mia. Dio benedica gli autori di tale gesto a favore degli animali, dei poveri. Commosso mi è caro ringraziare!

    10 Ottobre, 2014
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  3. Guglielmo Gagliardo ha scritto:

    molto bello, mi ha fatto stare bene vedere ciò che fate e sapere che altri hanno una sensibilità verso le persone meno fortunate. Chissà un giorno potrebbe succedere anche nella mia città, oppure potrebbe succedere a me, certo è che non riesco a girare la faccia quando vedo sofferenza è più forte di me e se voglio che il mondo cominci a cambiare devo cominciare da me stesso, facendo di più. Grazie a Voi per il bell’esempio fornitomi con la Vostra iniziativa davvero lodevole. Ciao
    con affetto Guglielmo

    10 Ottobre, 2014
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    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Guglielmo per il tuo bel commento.

      10 Ottobre, 2014
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  4. Sandra ha scritto:

    veramente in gamba questi ragazzi, hanno tirato fuori il meglio di loro è bello leggere di queste iniziative come è bello accarezzare un animale e veder sbocciare un fiore…un grande grazie perchè abbelliscono il mondo!
    ciao

    11 Ottobre, 2014
    Rispondi

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